A quattro anni dal suo ultimo concerto all’Unione Musicale, Pietro De Maria torna al Conservatorio di Torino (mercoledì 5 febbraio 2020 – ore 21) per inaugurare il nuovo progetto di esecuzione integrale delle 32 Sonate per pianoforte di Beethoven. Un “viaggio nel viaggio”, come sottotitola il progetto, che sarà realizzato nell’arco di quattro stagioni, per un totale di otto concerti, di cui due nella stagione corrente (5 febbraio e 6 maggio 2020). Il pianista veneziano è il terzo italiano - dopo Dino Ciani (1970) e Andrea Lucchesini (1999-2000) - a realizzare questa impresa per l’Unione Musicale.
De Maria non è nuovo a simili “avventure”: è il primo pianista italiano ad aver eseguito pubblicamente l’integrale delle opere di Chopin in sei concerti e ha realizzato un progetto bachiano con l’esecuzione dei due libri del Clavicembalo ben temperato e delle Variazioni Goldberg (tutti progetti realizzati anche a Torino nel cartellone dell’Unione Musicale). In una recente intervista per Sistema Musica De Maria ha affermato che «l’impegno principale nell’affrontare un’integrale di un autore come Beethoven, è quello di riuscire a leggere il testo come se fosse la prima volta, di riscoprirlo come nuovo, cercando di togliere la patina di una certa tradizione».
Il corpus delle 32 Sonate rappresenta infatti da sempre una sfida titanica e un’attrazione irresistibile per molti grandi pianisti, da Wilhelm Backhaus ad Alfred Brendel a Maurizio Pollini, per citare alcuni tra quelli che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’interpretazione pianistica. Un vero e proprio “viaggio” che non riguarda però solo gli interpreti: “viaggio” è anche quello compiuto dall’autore, perché le 32 Sonate accompagnano Beethoven per quasi trent’anni di vita, dalle sue giovanili op. 2 dedicate ad Haydn, alle ultime della maturità, le op. 110 e 111, a testimoniare passo dopo passo la straordinaria evoluzione del suo linguaggio musicale.
Pietro De Maria ha scelto di non eseguire le Sonate in ordine cronologico ma di proporle in base ai loro rapporti di tonalità, accostando quindi anche opere che appartengono a epoche diverse. Il primo appuntamento del ciclo beethoveniano prevede in apertura la Sonata in la maggiore op. 2, pubblicata a Vienna nel 1796, seconda di un gruppo di tre. All’epoca Beethoven era già stato definito “genio” dai giornali musicali della capitale austriaca, dove era ormai pianista affermato; nell’esordire alle stampe in campo pianistico scelse tre Sonate che unissero maturità formale e magistero tecnico. La dedica va a Joseph Haydn ma la concezione dello strumento è più legata alla scrittura atletica di Muzio Clementi.
Segue la Sonata in fa diesis maggiore op. 78, ventiduesima del catalogo, composta nel 1809 dopo una pausa di circa tre anni dalla precedente op. 57. Di natura intima, «è una Sonata che viene eseguita molto raramente – afferma De Maria – e con un primo movimento decisamente schubertiano».
La Sonata in la bemolle maggiore op. 26, scritta nel 1801, può dirsi per diversi motivi rivoluzionaria: nessuno dei quattro tempi è in forma-sonata, a cominciare dal primo che sottopone il placido tema alle mutazioni più estrose e volubili; ma l’elemento di più esclusiva novità è dato dall’inserimento della Marcia funebre, fatto del tutto inedito a quel tempo.
A concludere il programma la Sonata op. 57 (Appassionata), forse la più celebre delle Sonate beethoveniane. È stata vista come uno dei capolavori del titanismo, della tematica fatale (vi è già adombrato il “tema del destino” della Quinta sinfonia, siamo nel 1804-05). Beethoven riesce a costruire un grandioso edificio attraverso un’estrema parsimonia tematica e il carattere eroico del brano è dato da un’inedita sonorità pianistica esplorata nei contrasti dinamici, nell’uso del pedale, nell’avventurarsi ai registri estremi del pianoforte.
Con i concerti di Pietro De Maria proseguono all’Unione Musicale i festeggiamenti per il 250° anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven che, iniziati già a dicembre con il Trio di Parma, proseguiranno per tutto l’anno 2020 e vedranno sfilare anche il duo formato da Francesca Dego e Francesca Leonardi (con la conclusione dell’integrale delle Sonate per violino e pianoforte iniziata la scorsa stagione) e il duo Nicolas Altstaedt - Alexander Lonquich, per una maratona dedicata alle Sonate per violoncello e pianoforte.