Il Coordinamento Opere Valli si prepara ad affrontare con un nome diverso un cambiamento notevole nelle necessità della popolazione a cui rivolge la propria attività. Da gennaio, l’ente nato dodici anni fa per la gestione di quattro strutture che si occupano di anziani e disabili – il Rifugio Re Carlo Alberto e l’Uliveto a Luserna San Giovanni, la Casa valdese delle Diaconesse a Torre Pellice e l’Asilo dei Vecchi a San Germano Chisone – ha cambiato nome e da Coordinamento Opere Valli (Cov) diventa Diaconia Valdese Valli. La nuova direttrice, Manuela Rivoira, subentrata a fine dello scorso anno a Samuele Pigoni, descrive le sfide che l’ente dovrà affrontare nel prossimo futuro, ponendosi non più come un sempice coordinamento, ma come una realtà unica con diverse anime: «A livello sociale la situazione è cambiata notevolmente negli ultimi anni. Ora dobbiamo affrontare da una parte il problema dell’invecchiamento della popolazione e dall’altra quello dell’impoverimento delle famiglie».
Intanto, in dodici anni, l’ente ha diversificato la propria attività: non solo più servizi per anziani ma anche per il resto della popolazione, come spiega Rivoira: «Sono nati i servizi Giovani e Territorio e Adulti e Territorio per venire incontro alle esigenze di una fetta più ampia di popolazione e collaboriamo con il progetto di protezione famiglie fragili in ambito oncologico e “Verso una comunità amichevole con la demenza”».
Cinquantatreenne, Rivoira è originaria della Val Pellice e ha lavorato come commercialista occupandosi già in particolare di una cooperativa impegnata nel sociale. Per tre anni ha diretto la Casa di riposo I.P.A.B. Domenico Bertone di Bagnolo Piemonte e prima di accettare il nuovo incarico è stata direttrice per undici anni dell’Asilo valdese per persone anziane di Luserna San Giovanni. «Auspico di riuscire a consolidare le attività nuove dell’ente, iniziate dai miei predecessori, e di guardare al futuro con nuove idee nel campo dei servizi. Dovrà evolvere anche il ruolo delle strutture rispetto al territorio: una casa di riposo non può essere un’istituzione statica ma dimostrarsi disponibili ai cambiamenti».