Il sistema dell'accoglienza di Torino e provincia rischia il collasso, a causa degli effetti del decreto Sicurezza di Salvini. Per questo 200 lavoratori hanno deciso di dare il via ad un sit-in di protesta, questa mattina, davanti alla Prefettura di Torino.
Attualmente in Città Metropolitana sono circa 400 i lavoratori dell'accoglienza, per 4.000 migranti. I bandi emanati dalla Prefettura di Torino, in linea con quanto previsto dalle politiche dell'ex Ministro dell'interno, rischiano di lasciarne a casa tra il 60% e il 70%, pari a 250 persone.
"Il sistema - spiega Alex Ammendolia, dipendente e referente della Cub Sanità - della micro-accoglienza del Torinese, che funzionava, rischia di stravolto". "Fino a oggi- continua - i criteri prevedevano un operatore ogni otto/dieci migranti. Con la nuova gara questo rapporto passa a un lavoratore ogni 50 persone: viene eliminata poi l'assistenza psicologica - che per persone richiedenti asilo, che arrivano da guerre civili - è essenziale. Non sono poi più previsti corsi di lingua italiana".
I bandi della Prefettura di Torino si rivolgono ai Cas, centri di accoglienza straordinari, presenti soprattutto nel Pinerolese e Canavese. "Le piccole associazioni e cooperative, che operano in provincia di Torino e fanno inserimento occupazionale, nel tessuto sociale e borse lavoro - in base ai criteri previsti da queste gare - non vi potranno partecipare. Si incentivano i grossi centri di accoglienza, con disagi per chi sta dentro e fuori", conclude Ammendolia.