“Non modificate la legge regionale 9/2016 sul gioco d'azzardo”: a chiederlo sono una serie di organizzazioni torinesi tra cui Gruppo Abele, Ordine degli Psicologi, fondazione La Scialuppa, Società Italiana di Alcologia, FederSerd, Federconsumatori, fondazione San Matteo e Libera.
A essere contestata, in modo particolare, è la proposta di eliminazione della retroattività, norma efficace anche grazie alle previste distanze minime da luoghi sensibili come le scuole: “La norma sulla retroattività - ha dichiarato il presidente onorario di Gruppo Abele Leopoldo Grosso – è il punto forte della legge piemontese, unico caso in tutta Italia: cancellandola molti tabaccai costretti a dismettere le slot potranno rimetterle perché già in possesso di licenza”.
L'efficacia dell'attuale legge, secondo gli esperti, sarebbe ampiamente dimostrata dai dati: “Rispetto a una regione con popolazione simile come l'Emilia Romagna – ha spiegato il coordinatore dei Servizi per il Gioco d'Azzardo della Regione Paolo Jarre – in Piemonte si è speso un miliardo e 600 milioni in meno; in base alle interviste realizzate nel 2018, inoltre, i giocatori piemontesi sarebbero il 33% rispetto alla media nazionale del 42”.
Gli effetti positivi e preventivi si sarebbero avuti anche sul gioco online, in costante e vertiginosa crescita in tutta Italia: “In Piemonte - ha proseguito Jarre – cresce meno che nel resto del paese e, al contempo, non è dimostrata alcuna correlazione tra la diminuzione del gioco su piattaforme fisiche e l'aumento su quelle virtuali”.