Economia e lavoro - 06 marzo 2020, 17:25

Coronavirus, i commercianti chiedono uno "sconto" sull'affitto ai proprietari. E gli artigiani chiedono liquidità

Gli esercizi pubblici hanno registrato un calo degli affari, mentre le piccole aziende faticano negli incassi e dunque hanno bisogno di credito

Coronavirus, i commercianti chiedono uno "sconto" sull'affitto ai proprietari. E gli artigiani chiedono liquidità

Uno sconto sui canoni d'affitto per dare una boccata d'ossigeno al mondo del commercio, che sta soffrendo come il resto dell'economia un calo di affari a seguito dell'emergenza Coronavirus.

A richiederlo è la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia, Maria Luisa Coppa, che lancia un appello ai proprietari di immobili affittati a piccole imprese del Commercio e del Pubblico Esercizio, affinché "vogliano considerare l’estrema difficoltà in cui si muove il settore, a seguito del radicale calo dei ricavi degli ultimi 15 giorni". "La nostra Associazione - prosegue - ha rivolto a tutte le Istituzioni ed Amministrazioni pubbliche, banche ed altri soggetti che possano operare in tal senso, un invito per moratorie e agevolazioni alle piccole imprese commerciali toccate da una profonda crisi di liquidità; ha richiesto anche a gran voce l’immediato ripristino della cedolare secca sugli affitti commerciali. Si rivolge pertanto alle proprietà, un accorato appello a fare un passo verso gli operatori che, con il loro lavoro quotidiano garantiscono il decoro e la vitalità degli immobili e delle vie di città e borghi".

E a fare i conti dopo la seconda settimana di Coronavirus c'è pure il mondo degli artigiani. In particolare Cna Piemonte, che ha fatto il punto sul fronte del credito. La quasi totalità delle aziende segnala una forte problematica relativamente alla liquidità.

Per quanto riguarda i comparti dei servizi alla persona e artigianato di servizio (estetica, acconciatura, impiantisti e riparazioni in ambito domestico, trasporto persone), produzione e somministrazione alimentare (ristorazione, catering, operatori di eventi pubblici e privati con beneficiari consumer), la contrazione della liquidità oscilla tra il 30% e il 50% su base mensile.
Situazione di difficoltà anche per il comparto in cui si identificano le catene tra imprese relativamente alla fornitura di prodotti e servizi, quindi le catene di pagamenti tra imprese, in cui si registrano mancati incassi su fatture già emesse con l’aggiunta dell’impossibilità in molti casi di concludere forniture ed emettere relative fatturazioni per incassare. Si sta quindi propagando la problematica dei mancati incassi - quindi la crisi di liquidità – dal sistema delle imprese operanti per clienti-consumatori al sistema delle imprese fornitrici. La stima di questa contrazione risulta del 25% della liquidità su base mensile.

"Le imprese ci indicano una priorità assoluta e urgente: quella di fronteggiare la mancanza di liquidità aziendale. E' necessario che la Regione Piemonte si faccia parte attiva per promuovere un tavolo triangolare con banche e imprese per individuare i giusti strumenti di intervento che si stanno discutendo a livello nazionale tra ABI, Governo e associazioni datoriali. Noi esprimiamo una particolare preoccupazione per il sistema della micro e piccola impresa piemontese che risente in modo particolare di una crisi economica molto preoccupante derivante dalla posizione geografica della nostra regione", affermano il segretario regionale di CNA Piemonte Filippo Provenzano e il presidente di CNA Piemonte Fabrizio Actis.

"Lo slogan positivo che diffondono le nostre imprese è #alnostroposto (campagna video lanciata in settimana da CNA Piemonte) - continuano i vertici dell'associazione di categoria - tuttavia per rimanere al loro posto queste imprese hanno bisogno di liquidità per non chiudere. Oltre le annunciate misure relative all’estensione degli ammortizzatori sociali, alla moratoria dei versamenti su tributi, contributi e utenze, occorre celermente predisporre un piano di emergenza che fornisca la liquidità aziendale occorrente: da una parte prevedendo una moratoria dei pagamenti dei finanziamenti in essere (sia sul capitale sia sugli interessi) per almeno 12 mesi, garantendo che tali benefici non peggiorino il rating bancario di queste imprese, dall’altra predisponendo l’attivazione di strumenti aggiuntivi di liquidità".

Massimiliano Sciullo

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