"In questi giorni frenetici e drammatici, in cui tutte le attività rallentano o si fermano, c’è anche chi incrementa i propri volumi sull’onda della preoccupazione generale.
Amazon, in particolare, ha visto impennarsi le vendite on line e le conseguenti richieste di consegna". A denunciarlo sono le segreterie nazionali dei sindacati Filt Cgi, Fit-Cisl e Uil Trasporti a seguito dell'emergenza del coronavirus in Italia.
"Il gigante di Seattle, in queste ore, sta richiedendo ai propri fornitori, corrieri piccoli e grandi, di acquisire manodopera, a tutti i costi, anche senza formazione specifica, e di mantenere ed incrementare addirittura i ritmi di consegna e di predisposizione dei pacchi".
La preoccupazione è che negli stabilimenti ci possa essere un nuovo contagio, come avvenuto qualche giorno fa a Torrazza, con un dipendente risultato positivo al test, causando, tra le altre cose, uno sciopero del personale.
"Riteniamo necessario ribadire con forza, anche in presenza di queste situazioni generate dal ricorso dei cittadini all’acquisto on line, che vanno garantite le sole consegne di generi essenziali e di prima necessità quali farmaci, approvvigionamenti sanitari e ospedalieri, carburanti, alimentari, mentre tutto il resto non rappresenta priorità da soddisfare. Le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti devono operare in condizioni di assoluta sicurezza, con la disponibilità dei DPI convenuti per garantire la propria salute e sicurezza sul lavoro e per prevenire la diffusione del contagio. Vanno definite procedure che non mettano a contatto i driver con chi riceve la merce, prevenendo ogni possibile contagio. Il personale viaggiante deve poter effettuare soste e riposi in condizioni di assoluta sicurezza, igiene e comfort per garantire il recupero psicofisico e la prevenzione del contagio oppure deve poter rientrare al proprio domicilio. Non sono accettabili forzature ed induzioni, come quelle che ci vengono segnalate in particolare nel mondo e-commerce, che vorrebbero mantenere ed incrementare i ritmi di lavoro in ragione dell’aumento dei volumi, come se non si stesse vivendo una situazione drammatica per il paese. L’incremento di profitto che qualcuno sta intravedendo in questa fase è inaccettabile ed immorale.
I lavoratori e le lavoratrici dei magazzini, i driver che garantiscono le consegne, gli autisti di mezzi pesanti e tutti gli altri operatori devono lavorare in condizioni di massima sicurezza, secondo ritmi che tengano conto della situazione contingente, per garantire esclusivamente i generi di prima necessità.
Tutto il resto può aspettare. Le nostre strutture territoriali, le RSU, le RSA sono impegnate, in ogni zona ed in ogni impianto, affinché queste tutele siano assicurate.
Nessuno deve operare se non sono messi a disposizioni i necessari presidi di prevenzione e protezione individuale e un'organizzazione del lavoro che rispetti le norme di sicurezza e prevenzione del contagio, individuate dal governo e dalle autorità sanitarie".