Economia e lavoro - 14 marzo 2020, 11:30

Coronavirus, l'appello dei lavoratori dei supermercati: "Garanzia e misure di sicurezza anche per noi"

I sindacati segnalano, nonostante un servizio mai interrotto dall'inizio dell'emergenza, molti casi in cui ancora non sono stati assunti provvedimenti: dal plexiglass alle casse alle mascherine, fino alle distanze minime. Radin (Filcams Cgil): "E basta con le aperture festive o domenicali"

Coronavirus, l'appello dei lavoratori dei supermercati: "Garanzia e misure di sicurezza anche per noi"

Tra chiusure, fin dal primo giorno o in seconda battuta, o blocchi richiesti e per ora ancora non applicati, una delle categorie di lavoratori che non ha mai smesso di prestare servizio fin dall'inizio dell'emergenza Coronavirus è senza dubbio quella che opera all'interno della grande distribuzione. Proprio quei supermercati presi d'assalto a più riprese quando i primi provvedimenti del Governo hanno finito per scatenare reazioni emotive e panico ingiustificato.

Ma il tema della salute e della tutela resta centrale anche in questi ambienti di lavoro, come sottolineano i sindacati di settore. "Tra le varie categorie di lavoratrici e lavoratori che stanno continuando a garantire al Paese un servizio basilare nell’emergenza pandemica in corso, ci sono coloro che, nei market piccoli o grandi, continuano a garantire l’approvvigionamento di beni alimentari e non, a tutte le famiglie italiane - dicono da Filcams Cgil Torino -. Sono migliaia e migliaia le donne e gli uomini che, quotidianamente, compresi i sabati e le domeniche, passano parte della loro giornata nei Punti vendita, alle casse od a contatto con il pubblico e per i quali non ancora tutte le aziende si sono adeguate ad applicare le indicazioni minime per garantirne salute e sicurezza".

Così come nelle fabbriche del manifatturiero, dunque, l'allarme dei sindacati è rivolto proprio a questo aspetto “E’ da oltre dieci giorni che quotidianamente lavoriamo per sensibilizzare ed indurre tutte le aziende a mettere questi lavoratori

che rappresentiamo in condizioni di sicurezza” , spiega Umberto Radin, segretario generale della Filcams di Torino. “Ma nonostante questo, e nonostante nel frattempo la zona rossa sia stata estesa a tutto il Paese, non ancora in tutti i punti vendita tali condizioni di piena sicurezza per la salute sono stati realizzati. Iniziamo solo ora a vedere le prime casse protette da plexiglass, ma in molti punti dove questi non ci sono, mancano mascherine (spesso, quando le lavoratrici se le portano da casa vengono indotte a non usarle, con l’assurda motivazione che possano inquietare la clientela), non vengono fatti rispettare gli ingressi contingentati, non vengono nemmeno prese in seria considerazione le indicazioni di garantire almeno un metro di distanza tra le persone. E’ chiaro che tutto ciò espone a rischio non solo le lavoratrici ed i lavoratori del settore, ma gli stessi clienti”.


“E’ per questo – prosegue Radin – che a fronte del primo fine settimana di apertura

dall’estensione della zona rossa, vogliamo lanciare un messaggio chiaro alle aziende di distribuzione piccole e grandi, alle Istituzioni ed alla clientela: che i negozi si adeguino al meglio, che le Istituzioni vigilino e che la clientela si attenga in tutto alle prescrizioni, evitando resse ed assembramenti ai banconi ed alle casse, rispettando queste lavoratrici e lavoratori, ma soprattutto rispettando sé stessi. Certamente – conclude il segretario Filcams – la distribuzione, in particolare di generi di prima necessità, non può essere chiusa, ma pensiamo che vadano chiusi tutti quei punti vendita che non applicano a pieno le norme di sicurezza in questo periodo del tutto particolare; inoltre non c’è ragione al mondo per mantenere aperture domenicali e festive”.

Massimiliano Sciullo

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