Prove di dialogo tra la Regione Piemonte, i sindacati e gli operatori del mondo sanitario, dopo la levata di scudi arrivata ieri da quest'ultimi per la gestione dell'emergenza Coronavirus. Nella tarda serata di venerdì è stata diffusa una lettera dei medici piemontesi, nella quale si contestava in modo pesante il direttore dell’Unità di Crisi regionale, Mario Raviolo.
Al centro dell'attacco, la mancata distribuzione di dispositivi di protezione individuale ai medici di base e pediatri di libera scelta, lasciati soli sul territorio, esposti al contagio e a loro volta possibile veicolo di diffusione del virus. "Nessuno ci ha coinvolto": questo il loro grido di rabbia. Critiche che non sono rimaste inascoltate.
Oggi la Regione ha dato il via a un ciclo di incontri in videoconferenza con operatori e rappresentanze sindacali del mondo sanitario per una condivisione delle azioni e delle misure di contrasto al coronavirus messe in atto finora.
Dopo un primo confronto tra l’Unità di Crisi e i medici del territorio, lunedì ci sarà uno specifico incontro con i medici ospedalieri. In corso in queste ore anche confronti con i rappresentanti della sanità regionale, dei farmacisti e degli infermieri. Verranno incontrati anche i volontari del soccorso sanitario.
Presenti in videoconferenza insieme al presidente della Regione Cirio e all’assessore alla Sanità Icardi anche il direttore Aimar il coordinatore dell’Unità di crisi Raviolo e l’Ufficio di Presidenza della Commissione sanità del Consiglio regionale presieduta dal consigliere Stecco e dai vice presidenti Rossi e Cane.