Fa discutere lo "stop" alle attività produttive decretato dal premier Conte a causa dell'emergenza Coronavirus. La sospensione è valida a partire da oggi, lunedì 23 marzo, sino al 3 aprile. In Piemonte sono diverse le realtà i cui lavoratori hanno deciso di fermarsi e scioperare.
I dipendenti dell'Avio Aero di Rivalta e Borgaretto incrociano le braccia, con un'adesione allo sciopero del 90%. A renderlo noto è la Fiom-Cgil.
"In questi giorni l’attività in azienda degli stabilimenti torinesi di Leonardo è quasi completamente sospesa per effetto di precedenti accordi sindacali. L’intero comparto dell’aerospazio è stato infatti autorizzato dal Decreto a proseguire le attività – per ragioni puramente economiche - nonostante le imprese di quel comparto svolgano attività molto diversificate e in larga parte non “essenziali”.
Questa mattina, inoltre, hanno scioperato anche i lavoratori della Alessio Tubi e della Officine Vica, con adesioni altissime, per protestare contro le decisioni aziendali di proseguire normalmente l’attività su produzioni che non sono essenziali. La Alcar e la Brugnago hanno deciso di sospendere le attività dopo la dichiarazione di sciopero della RSU.
“Gli scioperi - commenta Edi Lazzi, segretario generale della FIOM CGIL di Torino - si inseriscono nel quadro della mobilitazione nazionale unitaria per ottenere modifiche al decreto e all’elenco dei codici Ateco contenuti nell’allegato 1 al DPCM del 22 marzo 2020 che – cedendo alle pressioni di Confindustria - ha allargato i comparti e le produzioni “essenziali” ben oltre il perimetro accettabile, continuando inutilmente ad esporre quei lavoratori al rischio di contagio. È da più di 10 giorni che sosteniamo la necessità di una sospensione produttiva per tutte le attività considerate non essenziali, bisogna farlo anche per fermare l’epidemia ed evitare in questo modo di congestionare gli ospedali”.
Attualmente sono consentite le attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna di farmaci, tecnologia sanitaria e dispositivi medico-chirurgici nonché di prodotti agricoli e alimentari. Resta consentita ogni attività comunque funzionale a fronteggiare l'emergenza. Sono consentite inoltre le attività degli impianti a ciclo produttivo continuo, previa comunicazione al Prefetto della provincia dove è stanziata l'attività produttiva, dalla cui interruzione derivi un grave pregiudizio all'impianto stesso o un pericolo di incidenti. Il Prefetto può sospendere le attività ritenendo che non sussistano le condizioni. Ecco perché, in Piemonte e nella provincia di Torino si prospettano giornate particolarmente impegnative sul fronte delle proteste.