Centro - 24 marzo 2020, 07:26

Addio a Carrizo, simbolo vero di fratellanza

Per noi granata, fu il portiere che il 26 maggio 1949, all'indomani della tragedia di Superga, scese in campo al Comunale di Torino stracolmo di folla, coi suoi compagni della leggendaria “Maquìna”

Addio a Carrizo, simbolo vero di fratellanza

In questo periodo così triste, in cui ci tocca assistere, impotenti ed attoniti, ai cortei di camion che portano via anonime bare di nostri compatrioti, cui è negato anche l'estremo saluto da parte dei loro cari, siamo a piangere un lutto che ci tocca da vicino, pur essendo avvenuto dall'altra parte del mondo.

Venerdì 20 marzo ê mancato, a Buenos Aires, Amadeo Raúl Carrizo, presidente onorario del River Plate e considerato il più forte portieri di tutti i tempi del Sudamerica ed uno dei primi dieci nel mondo. Vinse sette campionati con la maglia del River Plate: 1945, 1947, 1952, 1953, 1955, 1956 e 1957. Partecipò al campionato del mondo 1958 e fu uno dei protagonisti del primo grande titolo internazionale dell'Argentina, la Coppa delle Nazioni del 1964 in Brasile.

Ma soprattutto, per noi granata, fu il portiere che il 26 maggio 1949, all'indomani della tragedia di Superga, scese in campo al Comunale di Torino stracolmo di folla, coi suoi compagni della leggendaria “Maquìna”, che davanti schierava Morena, Muñoz, Labruna, Di Stefano e Lostau e che su iniziativa di Antonio Vespucio Liberti, “padre” e presidente dei Millonarios, venne a Torino a disputare la Gara della Solidarietà, contro il Torino Simbolo, a favore delle famiglie dei caduti del Grande Torino.

Fu un episodio che rimase profondamente nella sua anima, tanto che fu lui a guidare la delegazione argentina venuta a ricordare gli Immortali nel cinquantesimo anniversario della loro scomparsa e fu sempre lui a svolgere un importante ruolo di stimolo, nei confronti della dirigenza del River, affinché la fratellanza tra i musei delle due squadre fosse coltivata ed approfondita, come un bene prezioso, un simbolo di quel messaggio di amicizia che è insito nello sport e di cui lui era stato testimone nel 1949.

Grazie al prezioso ruolo di Miguel Duval, tifoso e storico del River, diventato ambasciatore del Museo del Grande Torino in Sudamerica, che quasi dieci anni fa ha fatto da trait d'union tra le nostre due realtà museali, abbiamo riallacciato quel legame mai sciolto e Carrizo ne fu il vigoroso propugnatore.

È grazie anche al lavoro prezioso di Carrizo se Giampaolo Muliari e me siamo stati accolti come fratelli a Buenos Aires, dal presidente Rodolfo D’Onofrio, cui abbiamo donato un pezzo dell’aereo del Grande Torino che oggi fa bella mostra di se nella “Vitrina de la Amistad”, la Teca dell’Amicizia, inaugurata proprio in quell'occasione al Museo River.

È grazie sempre ad Amadeo, se lo scorso anno abbiamo potuto abbracciare i fratelli Rodrigo Daskal e Patricio Nogueira, dirigenti del Museo River, venuti con Miguel Duval in rappresentanza della società della Banda Roja.

Oggi, gli è stato negato l'estremo omaggio, a causa di questo maledetto virus che impazza ovunque nel nostro pianeta, ma nei nostri cuori il suo ricordo resta sempre vivo e ci sarà certamente un momento, terminato questo flagello planetario, in cui potremo stringerci attorno al suo ricordo e ringraziarlo per il suo anelito di fratellanza.

Nel frattempo, vola lassù ad incontrare i tuoi fratelli granata che aspettano di abbracciarti da oltre settant'anni.

Domenico Beccaria

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