6 Oss, 5 infermieri e 2 medici positivi solo nel reparto medicina di Cuorgnè con altri tamponi in attesa degli esiti negli altri reparti. A questi si aggiungono circa 10 operatori tra infermieri, medici e oss positivi nel pronto soccorso di Chivasso e 2 oss a Ivrea. Dipendenti a casa con sintomi che da giorni attendono di eseguire il tampone.
I dati, allarmanti, sui contagi del coronavirus nei presidi ospedalieri arrivano dal sindacato delle professioni sanitarie Nursind.
"Siamo estremamente preoccupati - commenta Giuseppe Summa Segretario Nursind Torino- sia per la salute degli operatori che per la grave carenza di personale che chi resta a lavoro sta affrontando. L'istituto superiore di sanità il 28 marzo ha modificato nuovamente le linee guida sui dispositivi, specificando che le mascherine chirurgiche non bastano più e che per pazienti sospetti o positivi, devono essere utilizzate FFP2 e dispositivi adeguati. Abbiamo chiesto ai vertici dell'ASLTO4 un incontro per conoscere tutti i dati relativi agli operatori positivi e per comprendere come si vuole affrontare la carenza di personale, oltre alla riorganizzazione dei servizi".
"La cosa che più ci preoccupa -prosegue- Summa, è che nel caso di Cuorgnè non si tratta di reparti Covid e quindi non vengono utilizzati i dispositivi di protezione individuale corretti. Per questo abbiamo scritto all'azienda che per tutti i reparti dovrà essere previsto l'utilizzo di FFP2. Non è sempre possibile infatti individuare i pazienti sospetti o addirittura alcuni di loro potrebbero diventare positivi successivamente al ricovero. Abbiamo ricevuto segnalazioni fino a pochi giorni fa di utilizzo di mascherine e dispositivi inadeguati in diversi reparti dell'azienda. Inoltre abbiamo grosse difficoltà perché ad alcuni operatori non viene riconosciuto l'infortunio così come previsto dall'Inail". Nursind ha già dato mandato "al nostro studio legale a procedere nei confronti dell'azienda affinché ai dipendenti venga riconosciuto giustamente l'infortunio". "Ci chiediamo per quanto ancora il personale dovrà essere esposto all'elevato rischio di contrarre la patologia e mettere a rischio la propria salute e quella dei pazienti. Servono tutele immediate. Servono dispositivi di protezione adeguati. Servono assunzioni subito. Si riconoscano al personale le giuste indennità economiche e venga premiato il disagio di chi sta lavorando 12 ore al giorno o di chi è costretto a saltare il riposo per sopperire alle carenze", conclude.