Se è vero che la quarantena può stimolare l'estro creativo degli artisti, quando si tratta di opere murali, per loro natura da eseguire all'aperto, ecco che sorgono non poche difficoltà. Ne sa qualcosa Banksy, lo street artist più chiacchierato al mondo, che proprio ieri ha pubblicato su Instagram una foto del suo bagno pieno di graffiti, commentando: "Mia moglie odia quando lavoro da casa".
Eppure a Torino, una delle capitali italiane del graffito, in questi ultimi giorni i colori delle bombolette spray non hanno mancato di risplendere su uno dei tanti edifici ora chiusi al pubblico.
E' stato ultimato ieri, in corso Ferrucci, un grande murale ispirato ai tempi che stiamo vivendo. L'autore è Bernardo Scursatone di Monkeys Evolution, responsabile del progetto MurArte della Città di Torino, che nel 2019 ha compiuto i suoi primi vent'anni di attività.
"L'ho realizzata nel cortile dell'associazione nell'ultima settimana - spiega -: è uno spazio della circoscrizione, ora chiuso al pubblico, dove potevo accedere soltanto io. Ho disegnano prima un'opera, poi l'altra, e, alla fine, dopo aver riempito il muro, ho deciso di collegare i disegni in un unico lavoro".
Al centro campeggia la scritta arcobaleno "Colora Virus". Poi dei fiori - accompagnati da una didascalia che quasi fa il verso a Pablo Neruda, "Prima era primavera" -, un volto semicoperto da una mascherina, delle tazzine di caffè, a ricordare il piacere delle chiacchiere da bar, e un portamonete vuoto, simbolo amaro degli effetti collaterali della pandemia nelle tasche della gente comune.
"E' il muro che avremmo usato con MurArte per la scuola dedicata ai ragazzi - continua Bernardo -. Quindi ora è di tutti, ma non è visibile, ed è sicuramente un bene effimero. Appena riusciremo a ripartire con le attività, verrà cancellato e sostituito con altre opere".
E proprio guardando al futuro di tante attività educative e culturali, i writers torinesi un "piano d'azione" cominciano già ad averlo in testa. "Gli street artist, per lavorare, da anni usano i Dpi e praticano ovviamente il distanziamento sociale, dovendo stare separati su muro, ognuno lavorando al proprio pezzo - sottolinea infine Bernardo -. Sarebbe quindi una di quelle attività ricreative da tenere in considerazione nel momento in cui terminerà la reclusione".