Viabilità e trasporti - 14 maggio 2020, 10:48

Città a misura di bici (e non solo): il contributo di Torino sul tavolo nazionale dell'Anci

In queste ore si discute con gli altri Comuni d'Italia di mobilità sostenibile. E il capoluogo piemontese contribuisce al documento sul tavolo con alcune delle novità che già stanno trovando posto in città

Città a misura di bici (e non solo): il contributo di Torino sul tavolo nazionale dell'Anci

Un documento condiviso sulla mobilità sostenibile elaborato nel corso della serata di mercoledì, in videoconferenza in collaborazione con alcuni dei maggiori Comuni e città metropolitane, per essere presentato oggi di fronte alla platea dell'Anci, l'associazione nazionale dei Comuni italiani.

Torino prova a diventare un "modello" a livello nazionale (o quantomeno a dare il proprio contributo) e mette sul tavolo alcune delle sue carte migliori per arrivare insieme alle altre municipalità a un risultato unico e buono per tutti. Di quelle che in questi giorni sta scoprendo man mano, immaginando un nuovo modo di spostarsi durante (e dopo) la pandemia.

E così, proprio in questi minuti, si trova sulle scrivanie - virtuali - di buona parte del Paese una città vista attraverso i raggi, i pedali e il manubrio della bicicletta. Una visione "alla torinese", dunque, per rispondere alla necessità di una mobilità che deve provare a svincolarsi dall'uso dell'automobile o del trasporto pubblico locale (come ribadito ancora nella giornata di ieri dalla sindaca Chiara Appendino). E per farlo, pensa - o ripensa - a reti di ciclabilità che possano invogliare la gente a inforcare la bici per andare a scuola, al lavoro o semplicemente in giro.

Le parole d'ordine sono sicurezza, ma anche regole, spazi adeguati (frutto di lavori che interessino assi radiali, circonvallazioni e connessioni). Lo strumento? Il decreto Rilancio che proprio ieri sera è stato presentato dal premier Giuseppe Conte e che adesso passerà al vaglio del Parlamento. In particolare la seconda parte dell'articolo 205 dove si fa riferimento alla riforma del codice della strada.

E così, in vetrina, anche la città della Mole contribuisce a mettere elementi già noti dalle nostre parti come la cosiddetta "Casa avanzata" - lo spazio che al semaforo permette alle biciclette di aspettare il verde in pole position davanti alle altre vetture -, ma anche la corsia ciclabile, che con una semplice segnaletica ritaglia un'area di passaggio sull'asfalto. E ancora: la possibilità di permettere l'uso delle corsie per il trasporto pubblico locale ai ciclisti, il doppio senso ciclabile in strade a senso unico (nelle zone 30).

Ma se si parla di mobilità sostenibile, si va anche oltre la bicicletta. Sul tavolo, dunque, anche una prospettiva di "mobilità scolastica", ovvero la possibilità di creare nelle vicinanze degli istituti (se e quando riapriranno) zone in cui la circolazione dei mezzi è vietata nelle ore di ingresso e uscita tramite l'uso di dissuasori a scomparsa o altre simili attrezzature. E non si esclude anche l'installazione di autovelox proprio nei pressi delle scuole, per garantire i bambini da chi ha fretta e il piede troppo pesante.

All'ordine del giorno, poi, anche una semplificazione e razionalizzazione della ZTL attraverso l’installazione di telecamere, con una riduzione delle autorizzazioni necessarie all'essenziale.

Infine, il contrasto alla sosta abusiva per promuovere la sicurezza stradale di pedoni e ciclisti, tutelare il trasporto pubblico e la sua velocità commerciale, tutelare gli stalli di sharing e destinati alla ricarica elettrica. Con la modifica in fase di proposta da inserire nel decreto, a vigilare anche su questo tipo di irregolarità potrebbero essere delegati, oltre ai vigili urbani, anche gli operatori delle società che controllano i parcheggi nelle strisce blu.

Serviranno fondi, risorse, visione politica e soprattutto il normale cammino parlamentare del decreto. Ma se il provvedimento vedrà la luce, allora si sentirà anche un forte accento torinese.

Massimiliano Sciullo

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