Cultura e spettacoli - 30 maggio 2020, 16:14

Senza l'arte non si riparte: il mondo dello spettacolo in piazza a Torino per la dignità [FOTO]

Il coordinamento regionale nato tra i professionisti del settore chiede reddito di continuità e l'apertura di un tavolo di confronto con le istituzioni. Dichiarato lo stato di agitazione permanente

Senza l'arte non si riparte: il mondo dello spettacolo in piazza a Torino per la dignità [FOTO]

"L'arte è l'unica cosa seria al mondo". Citano Oscar Wilde e il suo alto ideale di bellezza e poesia, i lavoratori dello spettacolo scesi in piazza oggi, a Torino come in altri quindici capoluoghi italiani, per chiedere alle istituzioni sostegno e certezze in una Fase 2 dove la cultura e gli eventi dal vivo ancora non vedono spiragli di luce, dopo il lockdown.

A organizzare la protesta sotto il Palazzo della Regione, categorie professionali riunite in un coordinamento che accoglie attori, registi, tecnici, musicisti, danzatori, e, in generale, tutti coloro che lavorano nel mondo dello spettacolo e sono stati i primi, allo scoppiare della pandemia, a dover interrompere l'attività rimanendo senza entrate.

Alle maestranze presenti è stato chiesto di scendere in piazza con i "simboli" del mestiere: il caschetto per i tecnici, il copione per i registi, lo strumento per i musicisti, un costume di scena per gli attori. Un segno di visibilità per uscire dalla condizione di invisibili denunciata dall'inizio della quarantena.

Lo scorso 19 maggio il coordinamento regionale aveva inviato alle istituzioni un documento sullo stato di emergenza, chiedendo di essere ricevuti entro il 30 maggio per discutere di alcuni punti imprescindibili. Un reddito di continuità "che traghetti il comparto culturale fino alla ripresa piena dei singoli settori e ne tuteli e garantisca l’esistenza", salvaguardando i rapporti di lavoro in atto. Un tavolo di confronto tecnico-istituzionale immediato sulla riapertura, fra lavoratrici, lavoratori, sindacati, governo e istituzioni, che abbia come priorità la salute per lavoratori e pubblico, i protocolli di sicurezza, i finanziamenti pubblici e gli adeguati strumenti di riforma, sia per la ripartenza in presenza, che per una virtualità sostenibile e democratica. Una serie di richieste confluite nella petizione lanciata a livello nazionale.

"La cultura è un bene comune - sostengono a gran voce i manifestanti, guidati dalla mente del presidio, Elio, tecnico audio e luci torinese -, vogliamo ribadirlo in questa grande protesta di piazza, ricordando che siamo pronti, quando sarà possibile, a scendere tutte e tutti insieme a Roma per dare vita ad una grande piazza nazionale". 

Tra i tanti volti che hanno popolato piazza Castello, l'attore Eugenio Allegri, il cantautore Federico Sirianni, Madaski, il comico Francesco Damiano, tante realtà storiche delle scene torinesi, come Il Piccolo Teatro Comico, la Compagnia GenoveseBeltramo, Il Mulino di Amleto, i Liberi Pensatori "Paul Valéry". Artisti del Teatro Stabile e del Regio, oltre a tanti operatori che incessantemente lavorano dietro le quinte, dalla sartoria all'allestimento. E, ancora, i performer di strada che animano il centro città, gli acrobati, i giocolieri, i clown di corsi, i maghi. E gli operatori di musei, poli culturali, circoli, spazi di aggregazione. 

Il grido unanime è di riaccendere i riflettori - e non a intermittenza - sullo spettacolo dal vivo, ridando dignità alle ore di lavoro, impegno e sacrificio che rendono la cultura un bene imprescindibile per il Paese.

Manuela Marascio

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