Politica - 03 giugno 2020, 20:35

Embraco, domani tornano in piazza i 407 lavoratori per chiedere un futuro, intanto in FCA torna la cassa

Oggi l'incontro con Appendino e Sacco per fare il punto della situazione. Sul fronte Fiat Chrysler, alla cig per il Covid si aggiunge ora quella ordinaria per giugno e luglio

Embraco, domani tornano in piazza i 407 lavoratori per chiedere un futuro, intanto in FCA torna la cassa

Si è spostata qualche data, ma non sono sparite di certo le preoccupazioni e le ombre sul futuro occupazionale degli oltre 400 lavoratori ex Embraco (poi Ventures) dello stabilimento di Riva di Chieri. In origine, i loro ammortizzatori sociali - in assenza di una soluzione "vera" sul tavolo, al momento - sarebbero scaduti a luglio. Poi i tempi, in seguito alla pandemia, si sono allungati e i termini ultimi della cassa integrazione con loro, ma restano le incognite su cosa succederà.

Ecco perché, domattina, gli operai torneranno in piazza: si sono dati appuntamento alle 10,30 nell'ormai usuale piazza Castello, sotto la Regione (cornice di tutte le manifestazioni di questa Fase 2), per sollecitare le istituzioni a ricercare soluzioni. 

Intanto, nel pomeriggio di oggi, i rappresentanti dei sindacati metalmeccanici di Fim, Fiom, Uilm e Ugl hanno avuto un confronto in teleconferenza con la sindaca di Torino, Chiara Appendino e l'assessore Alberto Sacco. E' stata l'occasione per fare il punto della situazione. Sul tavolo, la richiesta da parte dei sindacati di applicare la sospensione della Tarsu per i lavoratori coinvolti nella vertenza, ma difficilmente diventerà realtà.

Non arrivano buone notizie sul fronte FCA: a Fiom sono arrivate in questi giorni numerose comunicazioni di utilizzo della cassa integrazione ordinaria da parte delle società di Fiat Chrysler presenti a Torino. Terminate le 14 settimane di CIGO previste per l’emergenza Covid-19, viene richiesto un ulteriore periodo di cassa integrazione ordinaria con la causale “necessità di adeguare i flussi produttivi alla temporanea situazione di mercato e la conseguente contrazione delle attività”.

La cassa integrazione ordinaria, richiesta nei mesi di giugno e luglio da parte delle società di FCA riguarda 9.299 lavoratrici e lavoratori che si aggiungono ai 4.500 interessati dai contratti di solidarietà alle Carrozzerie, alla Maserati e alle Presse.

"La filiera dell’automotive era già in crisi prima dell’emergenza Covid-19 - commentano Edi Lazzi, segretario generale della FIOM-CGIL di Torino e Ugo Bolognesi, responsabile di Mirafiori per la Fiom-Cgil - adesso c’è stata un’accelerazione determinata proprio dalla pandemia. È quindi ancora più necessario e urgente affrontare questa crisi per rilanciare un settore strategico per il nostro Paese. Servono poderosi investimenti pubblici e privati, a partire da FCA, per la transizione all’elettrico, per nuovi modelli di auto elettriche da assegnare ai nostri stabilimenti, per predisporre un percorso per la costruzione di una grande fabbrica di batterie".

"Per queste ragioni il governo deve convocare FCA e le organizzazioni sindacali per individuare soluzioni idonee al rilancio, alla difesa dell’occupazione, alla transizione delle motorizzazioni. Questo anche alla luce del prestito garantito dallo Stato a FCA affinché non sia una semplice cambiale in bianco".

Massimiliano Sciullo

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