Un'indagine che intreccia documentazione fotografica e ricerca scientifica, denunciando, con la potenza visiva delle immagini, le sofferenza di una natura sottoposta al drammatico innalzamento della temperatura globale. Riaperto al pubblico a fine maggio, il Museo Nazionale della Montagna di Torino ospita la nuova mostra Sulle tracce dei ghiacciai. On the Trail of the Glaciers, progetto internazionale realizzato dal fotografo Fabiano Ventura con l'intento di rilevare gli effetti dei cambiamenti climatici sulle masse glaciali negli ultimi cento anni.
Paesaggista e alpinista, esperto di tematiche ambientali, Ventura dal 2007 è impegnato nello studio dei lavori lasciati dai primi fotografi ed esploratori di fine Ottocento e primi del Novecento, insieme a un team di ricercatori, registi e fotografi. L’esperienza di viaggio si è posta come obiettivo la realizzazione di scatti mediante la tecnica della "repeat photography", che ritraggono le vedute dall’esatto punto geografico e nello stesso periodo dell’anno di quelle del passato. La comparazione visiva e le misurazioni scientifiche sul campo documentano il cambiamento e l’inarrestabile fusione dei ghiacci.
I confronti fotografici e le immagini di backstage in mostra raccontano le prime cinque spedizioni del progetto, tenutesi nelle catene montuose del Karakorum (2009), del Caucaso (2011), dell’Alaska (2013), delle Ande (2016) e dell’Himalaya (2018). In anteprima è anche offerta una panoramica del ghiacciaio del Lys al Monte Rosa, realizzata in occasione della pre-spedizione sulle Alpi, oggetto del nuovo lavoro in partenza il prossimo 25 luglio. Completa l’esposizione la video-installazione interattiva "In cammino nel tempo", che permette ai visitatori di interagire con le immagini antiche e quelle moderne attraverso un’esperienza sensoriale sul tema del tempo.
"Negli anni - racconta Ventura - si è acuita in me la sensibilità verso il grave problema dei cambiamenti climatici. Per questo ho voluto diffondere il più possibile tra il grande pubblico la conoscenza del fenomeno. Dopo aver fotografato dal vivo le trasformazioni dei ghiacciai più grandi del mondo, attraverso il progetto sto divulgando i risultati del suo lavoro con mostre, conferenze e programmi didattici. Ho anche voluto georeferenziare i documenti prodotti per permettere ai fotografi delle prossime generazioni di continuare questo lavoro che sto portando avanti".
L’esposizione si inserisce inoltre all’interno di un percorso iniziato dal Museo della Montagna nel 2018 con le mostre Post Water e Under Water, e proseguito nel 2019 con Tree Time, volto a indagare le urgenze ambientali che vedono protagonista la montagna in questo inizio di XXI secolo. "Ci auguriamo - dichiara il direttore Daniela Berta - che in questo periodo di emergenza sanitaria, in cui tutti siamo chiamati a rivolgere una nuova attenzione al benessere e agli equilibri ambientali, la mostra possa contribuire a veicolare una effettiva ecologia del pensiero su temi globali che travalicano inevitabilmente il nostro contesto di riferimento”.
La mostra è organizzata nell’ambito dei festeggiamenti del 150esimo anniversario di Ferrino, azienda da sempre radicata nel territorio. Spiega Anna Ferrino: "La scelta di affiancare Fabiano Ventura nel suo ambizioso progetto nasce per molteplici ragioni. La prima è storica, poiché si tratta di un lavoro trasversale al percorso della nostra azienda e che ci invita a riflettere sull'importanza di preservare le montagne che hanno accompagnato questa lunga storia. La seconda ragione è divulgativa: è essenziale impegnarsi per sensibilizzare la comunità sull'importanza di preservare l'ambiente che ci circonda. Mi piace quindi pensare che la spedizione Alpi 2020 idealmente parta proprio qui da Torino, dove la nostra storia è nata nel 1870, e da un luogo simbolo per la storia dell'alpinismo italiano".