Economia e lavoro - 10 giugno 2020, 10:48

Estate 2020, l'85% delle chiavi d'albergo rimarrà appeso. E una struttura su due non aprirà

L'allarme di Federalberghi Torino: “La crisi economica per noi inizia ora, servono una visione di lungo periodo e misure specifiche per la nostra categoria, se continua così a settembre molti saranno costretti a scelte drastiche”

Estate 2020, l'85% delle chiavi d'albergo rimarrà appeso. E una struttura su due non aprirà

Non sarà un'estate come tutte le altre, per gli alberghi di Torino e provincia. Una struttura su due potrebbe addirittura rimanere chiusa, in attesa di settembre e di tempi migliori. Lo dice l'ultima indagine di Federalberghi Torino, che indica in un massimo del 15% il grado di occupazione che hotel e affini potrebbero raggiungere da qui alla fine di agosto.

La ripresa dal lockdown, insomma, non sembra aver preso piede nel settore del turismo: uno di quelli che si è fermato prima di tutti gli altri e che faticherà a ripartire, tra incertezze nelle norme e difficoltà economiche da parte di chi progetta di viaggiare. Secondo i dati, nel mese di maggio la percentuale di occupazione delle camere nelle strutture ricettive di Torino che hanno ripreso l’attività (il 35% circa) si è attestata al 20%, ma alle viste si annuncia una frenata: le previsioni per giugno, luglio e agosto rivelano percentuali inferiori al 15% con forti incertezze anche per settembre. 

E così, se entro il mese di giugno il numero delle strutture aperte in città e in provincia raggiungerà il 50%., il resto degli hotel ripartirà direttamente a settembre, con una piccola quota di imprese che riaprirà addirittura solo a partire dal 1° ottobre. "Gli imprenditori che hanno riaperto lo hanno fatto solo per spirito di servizio. I dati che abbiamo raccolto confermano i timori più volte manifestati negli ultimi mesi – dichiara Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – archiviata la fase più critica dell’emergenza sanitaria per gli imprenditori del settore inizia ora la crisi economica vera e propria con la prospettiva di tornare ai livelli del 2019 non prima di 2 o 3 anni. Per questo, ancora una volta, chiediamo alle istituzioni, anche quelle locali, di riconoscere la specificità della nostra categoria ma soprattutto di elaborare una strategia di medio-lungo periodo per quanto riguarda, da una parte, la sospensione dei tributi nonché la concessione di aiuti concreti e, dall’altra, la definizione e l’attuazione rapida di un efficace piano di rilancio turistico del territorio. In alternativa, da settembre in poi molti di noi saranno costretti a scelte drastiche per sopravvivere".

Massimiliano Sciullo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU