Dopo oltre tre mesi di stop forzato, l’Accademia dei Folli torna a proporre i suoi spettacoli dal vivo, ripartendo con un omaggio a una delle leggende della musica mondiale: B.B. King.
Venerdì 19 giugno alle 22.30 infatti i Folli saliranno sul palco del Bunker di via Paganini (nell’area all’aperto) con Una notte in blues, uno spettacolo di musica e teatro che ripercorre gli inizi di carriera della leggenda della musica nera, dai campi di cotone al palcoscenico.
Una notte in blues è un ritratto dipinto, con note e parole, di uno dei più celebri chitarristi di tutti i tempi; ma è anche uno spettacolo che parla di razzismo e segregazione - un tema purtroppo tornato attuale in queste ultime settimane - di scelte, di opportunità, di grandi sentimenti, dolore, gioia, rabbia.
Il racconto parte dall’adolescenza di Riley King, che attendeva con ansia la domenica per andare in chiesa e lasciarsi inebriare dalla magia dei canti e della chitarra del carismatico reverendo Fair, per arrivare al musicista che ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo con la sua fedele Lucille, una chitarra Gibson ES-335 custom, vera e propria icona per tutti i cultori, già a partire dagli anni cinquanta.
La produzione artistica è la tela su cui si dipinge il ritratto: si parte dunque dalle canzoni per conoscerne l'autore, per osservarlo o, meglio, spiarlo; forse anche per reinterpretarlo reinventarlo, riscoprirlo. Qui assoluto protagonista è il Blues, le cui radici affondano nell’Africa perduta dei neri americani e costruiscono, sulle note della sua malinconia struggente, la speranza, la voglia di una vita migliore, l’aspirazione orgogliosamente individuale ad un rapporto consapevole con la realtà.
L’estensione temporale del Blues e la sua lunga evoluzione hanno finito per costituire una sorta di accompagnamento musicale storico alle vicende umane di questo secolo, un contrappunto accorato alle mille contraddizioni che ostacolano l’individuo sulla via della sua presa di coscienza, dell’affermazione di civiltà.
E il desiderio personale di una vita migliore è proprio ciò che spinge il giovane Riley B. King a lasciare le campagne del Mississippi, dov’era nato nel 1925, per tentare fortuna a Memphis come musicista. Grazie anche all'aiuto del cugino, il chitarrista country blues Bukka White, Riley B. King riesce a farsi strada, affina la sua tecnica e approda alla WDIA, una radio di Memphis in cui trasmette la sua musica dal vivo come disc-jockey. Alla radio King incomincia a usare il nome The Pepticon Boy, che più tardi diventerà The Beale Street Blues Boy. Il nome viene poi abbreviato in Blues Boy e, infine, più semplicemente in B.B.; B.B.King.
L’appuntamento è inserito all’interno di Riviera di Milano, la programmazione estiva dell’Associazione Variante Bunker.