"Sosteniamo la proposta e gli studi del Gruppo della Moneta Fiscale composto da Biagio Bossone, Marco Cattaneo, Massimo Costa e dal Prof. Stefano Sylos Labini di una “moneta fiscale” prima del MES, per garantire liquidità immediata alle imprese e un boost concreto all’economia generale del nostro Paese”, dichiara Francesco D’Alessandro, Presidente Nazionale Valore Italia e Segretario regionale di Feditalimprese Piemonte.
“La liquidità è la sola cosa di cui aziende e famiglie hanno bisogno in questo momento, e può arrivare solo dall’azzeramento dei debiti con lo Stato, dall’esenzione totale del pagamento di tasse, imposte e tributi, dallo stralcio delle cartelle esattoriali in scadenza nell'anno e dalla garanzia pubblica per i canoni di locazione da marzo sino a sei mesi dal cessare dell’emergenza”, sostiene.
La proposta prevede l’emissione di una moneta parallela senza corso legale, ma assicurata dalle future tasse: dei Certificati di Credito Fiscale immessi dal Governo per garantire crediti sui prossimi tributi e utilizzati dallo Stato per finanziare provvedimenti di spesa immediati tra cui gli investimenti pubblici, la riduzione del cuneo fiscale e il sostegno ai redditi di persone in difficoltà al fine di recuperare autonomia politico-finanziaria.
“La moneta fiscale andrebbe preferita al MES che invece porta con sé diversi rischi connessi di cui dobbiamo almeno essere consapevoli ed informare imprese e cittadini”, continua D’Alessandro “come il calcolo della sostenibilità del debito pubblico affidato ad una struttura privata, il meccanismo di voto che tiene conto del contributo versato nel capitale per cui per i paesi più grandi è più semplice comporre maggioranze favorevoli, o l’introduzione, in caso di debito considerato non sostenibile, di clausole contrattuali per cui aumenterebbe il prezzo del rischio su titoli che incorporerebbero già contrattualmente la possibilità di non rivedere il capitale investito, scoraggiando gli investitori”, spiega.
“Lo Stato deve farsi garante del benessere e della vita prima di tutto dei suoi cittadini e delle sue imprese, e dovrà farsi carico del pagamento dei canoni di locazione di stabilimenti utilizzati da imprenditori e professionisti per lo svolgimento della propria attività, rivedendo a ribasso la misura del canone come previsto dal codice civile in circostanze eccezionali ed imprevedibili che incidono sullo svolgimento dell’attività del conduttore”, prosegue D’Alessandro. “Servono risposte immediate e per evitare di aumentare il ricorso all’indebitamento e di fare la fine della Grecia, l’unica strada che il nostro Paese può perseguire passa per l’emissione della Moneta Fiscale, uno strumento di liquidità in grado di arrivare a chi è pronto a spenderlo, utilizzabile anche come mezzo di pagamento ad accettazione volontaria, garantito del diritto a scontare le tasse future. In questo modo potremmo auto-garantirci liquidità senza chiedere soldi in prestito ai mercati”, conclude.
Una soluzione già sperimentata dalla Germania negli anni ’30 e proposta durante la crisi greca, quando l’allora Ministro delle Finanze tedesco Schäuble spinse affinché Atene adottasse una forma di Moneta Fiscale. Nel caso greco si sarebbe però trattato di cambiali di Stato (IOU) che, a differenza dei CCF, sono rischiose perché vanno rimborsate in euro e lo Stato potrebbe non averli in cassa alla scadenza delle cambiali. Inoltre, con i CCF alla scadenza lo Stato non è tenuto a rimborsarli in moneta/soldi ma solo ad accettarli per scontare le tasse. Ciò significa che alla scadenza lo Stato non deve tirare fuori soldi. Questo è importante perché dimostra che il CCF non è un titolo a rischio default (lo Stato potrebbe non avere in cassa gli euro) e rispetta la normativa europea secondo la quale esiste un debito nel momento in cui questo deve essere rimborsato alla scadenza con gli euro.
Ad oggi esistono due disegni di legge sull’istituzione dei CCF, presentati rispettivamente da Pino Cabras alla Camera e da Elio Lannutti al Senato, a cui si aggiunge il recente documento “Proposte di Riforma e Salvezza Nazionale ai tempi del Covid-19” presentato da ventitré parlamentari del M5S.