Economia e lavoro - 23 giugno 2020, 12:15

Ex Embraco, l'urlo dei lavoratori: “Avevamo previsto tutto, le istituzioni non ci abbandonino di nuovo” (VIDEO)

In piazza Castello il presidio dei dipendenti: “Non ci siamo mai fidati di Ventures, chiederemo al Prefetto di riattivare il tavolo con il Mise. Da aprile sono spariti”

Ex Embraco, l'urlo dei lavoratori: “Avevamo previsto tutto, le istituzioni non ci abbandonino di nuovo” (VIDEO)

"Noi lo avevamo sempre saputo, sempre detto: di Ventures non bisognava fidarsi”. E’ una consapevolezza amara quella manifestata dai lavoratori ex Embraco, questa mattina in presidio in piazza Castello. La notizia delle indagini della Guardia di Finanza sui conti dell’azienda, non li stupisce nemmeno un po’. Anzi. Sotto la Prefettura, sindacati e delegati, urlano tutta la loro rabbia. “Le istituzioni, quelle che avrebbero dovuto vigilare, ci hanno abbandonato” è l’accusa che si leva unanime.

La Whirpool ha trovato un interlocutore falso: questa situazione è peggio di una truffa e i ladri devono andare a casa” afferma Mario Minore (UILM). Un pensiero condiviso da Maurizio Ughetto (Fiom) che arriva a insinuare un dubbio pesante: “C’è il dubbio che la Whirpool abbia cercato Ventures, che era solo una start up”. Ora, la speranza, è quella di trovare un interlocutore serio. Tra gli operai riecheggia una sensazione di sconcerto per il mancato controllo delle istituzioni tutte: "Nessuno si è mai interessava, bastava controllare: abbiamo preso stipendi senza mai lavorare, verniciando muri. Abbiamo chiesto di vigilare quando prendevano le tranche, ma nessuno ha mai fatto niente".

Se i capi d’accusa dei lavoratori sono piuttosto chiari, il futuro è invece avvolto da un cupo alone di incertezza: “Regione e Governo, si attivino presto: tra 47 giorni qui è tutto finito, ci sono 407 famiglie che rischiano di rimanere per strada”, ribadisce Minore, alludendo al periodo in cui scadrà la cassa integrazione. La richiesta è quella di un impegno delle istituzioni per riattivare il tavolo rimasto sospeso da mesi. “Al Prefetto chiederemo di farsi portavoce con il Mise, è da aprile che non abbiamo più loro notizie. Abbiamo fatto un incontro con loro, Embraco, Invitalia, Whirpool: avremmo dovuto rivederci a metà aprile, oggi non abbiamo più visto nessuno” chiarisce da Ugo Bolognesi (Fiom-Cgil).

"Abbiamo visto passare Governi, tutti sono venuti fuori dai cancelli dell'azienda per una passerella, sotto elezioni. Nulla è cambiato, tutti sono spariti" spiega un operaio. Chi invece fa mea culpa è Alessandro Sicchiero, sindaco di Chieri. Secondo il primo cittadino chierese, la credibilità delle istituzioni si misurerà dalla capacità di dare una risposta a questa situazione: "Siamo a fianco dei lavoratori, ma con un peso maggiore: politica e istituzioni ricevono un duro colpo da questo evento, i lavoratori lo urlavano da mesi". "Io da uomo delle istituzioni ho sempre cercato di capire quali fossero i motivi per cui ci si trovava in questa situazione: se le accuse verranno confermate dalle indagini, avranno avuto ragione loro: ci troviamo a commentare a posteriori un mancato controllo" afferma amareggiato Sicchiero.

Le indagini, paradossalmente, potrebbero aiutare i lavoratori a ottenere chiarezza: "Nel dramma che stiamo vivendo, con il subentro della magistratura e la richiesta del fallimento abbiamo un punto fermo: abbiamo tolto l'azienda dalle mani di lestofanti" afferma Cono Meluso (UILM).

La delegazione composta dai sindacati Fim, Fiom, Uilm e Rsu di stabilimenti hanno incontrato quindi il vice prefetto. L’autorità ha quindi scritto un rapporto al Mise, al Ministero dell’Interno e alla presidenza del Consiglio dei ministri mettendo all’ordine del giorno la continuità degli ammortizzatori sociali, la programmazione di nuovi progetti industriali e l'attivazione di politiche attive.

In un contesto così drammatico, riecheggiano le parole pronunciate ieri dall’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia:Bisogna rivedere l’economia del lavoro: “Bisogna cambiare cultura, mentalità e sistema del modo del lavoro così come lo abbiamo conosciuto. Va promossa un’economia che metta al centro la persona”.

Andrea Parisotto

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