“L’Italia tutta, da nord a sud, compie un passo in avanti in tema di diritti, garantendo l’utilizzo della pillola abortiva RU486 in day hospital. Le nuove linee guida elaborate dal Ministero della Salute sono basate su una chiara evidenza scientifica. Se consideriamo i dati che arrivano dal Piemonte, Regione Italiana che pratica più delle altre Regioni l’aborto farmacologico (47%), è facile comprendere che questa pratica non reca alcun danno alle donne che decidono di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza con questa modalità”. A dichiararlo sono la senatrice M5S e membro della commissione Sanità Elisa Pirro e la consigliera regionale M5S in Regione Piemonte Sarah Disabato.
“Poteva mancare il parere dell’assessore regionale e luminare Maurizio Marrone (FdI)? Certo che no - continuano le due pentastellate - . L’assessore regionale ha dichiarato in giornata che chiederà all’Avvocatura regionale di verificare se il Governo Conte stia rispettando oppure no il diritto alla scelta consapevole e alla salute delle donne, garantito dalla legge 194".
"Le parole di Marrone - continuano - denotano una mancanza totale di conoscenza in materia di aborto farmacologico, oltre a risultare prive di fondamento scientifico. Si tratta di dichiarazioni che rappresentano tutto quello che in uno stato di diritto, in cui l’autodeterminazione personale è un diritto fondamentale, non vorremmo mai sentire dire da chi ricopre un ruolo istituzionale".
"Continuare a ricercare consenso, strumentalizzando il corpo delle donne, è vergognoso. Quando si parla di interruzione volontaria di gravidanza, spesso si parla di traumi e sofferenze e per questo nessuno, compreso l’assessore Marrone, ha diritto di giocare sulla pelle di queste persone. Non permetteremo mai che il qualunquismo della destra limiti i diritti di libertà delle donne", concludono Pirro e Disabato.