Per la prima volta in Italia, i Musei Reali di Torino presentano a fine settembre una raccolta di oltre 150 immagini a colori firmate Robert Capa. Nata da un progetto di Cynthia Young, curatrice della collezione al Centro Internazionale di Fotografia di New York, la mostra "Capa in Color" illustra il particolare approccio del grande fotografo verso i nuovi mezzi tecnologici, mettendo in luce la sua straordinaria capacità di integrare l'uso del colore nei reportage realizzati tra il 1941 e il 1954, anno della morte.
L'allestimento sarà custodito dal 26 settembre al 31 gennaio nelle sale Palazzo Chiablese.
Dopo il debutto nel 2014 proprio nella Grande Mela, per il centenario della nascita, questa straordinaria esposizione approda finalmente nel nostro Paese, proseguendo un intenso connubio tra il fotografo ungherese, naturalizzato statunitense, e il capoluogo sabaudo.
Così la curatrice in un intervento risalente al vernissage della mostra e riportato da Il Post: "il talento di Capa con le pellicole in bianco e nero era straordinario, e iniziare con il colore a metà della sua carriera gli rese necessaria una nuova disciplina ma gli aprì anche nuove opportunità. La mostra si occupa anche del modo in cui Capa si reinventò come fotografo durante gli anni in cui non si occupò di guerra e conflitti politici. Il lavoro con il colore era infatti un suo tentativo per cercare di tenere a galla l’agenzia Magnum, visto che le riviste, nel dopoguerra, volevano sempre di più fotografie a colori".
Noto soprattutto per i suoi leggendari scatti in bianconero, capaci di raccontare in modo magistrale e fulmineo gli highlights di alcuni tra i più sanguinosi conflitti della storia (oltre alla seconda guerra mondiale, anche la guerra civile spagnola, la seconda sino-giapponese nel '38, gli scontri tra Israele e Palestina dieci anni dopo e la prima guerra d'Indocina nel '54), Capa viene qui riscoperto in tutta la potenza di una tavolozza su pellicola.





