Scuola e formazione - 07 settembre 2020, 14:40

Primo giorno di scuola, i dubbi della mamma insegnante: “Poche indicazioni dal ministero, ma mio figlio era sereno”

Per quanto riguarda il rebus della temperatura da misurare, il genitore non ha dubbi: “Meglio a casa, si responsabilizzino le famiglie. E’ bene però che in caso di necessità le scuole siano pronte”

Primo giorno di scuola, i dubbi della mamma insegnante: “Poche indicazioni dal ministero, ma mio figlio era sereno”

Il primo giorno di scuola si è concluso, ma i dubbi e le domande dei genitori circa la questione sicurezza rimangono. Tra mascherine, misurazione della febbre e distanziamento, è esemplare la posizione di Sonia (nome di fantasia), mamma e insegnante. 

Il genitore ha tre figli, due alle elementari e uno alla scuola media Nigra, tornato in aula per la prima volta questa mattina. Il suo, però, è un ruolo particolare: la mamma, infatti, è anche un’insegnante di scuola superiore e ha una visione globale del mondo scuola, in tutti gli ordini di grado di istruzione. I dubbi, come detto, sono tanti, ma altrettanto grande è la serenità che la mamma insegnante ha voluto infondere ai propri figli per il ritorno tra i banchi: “Ci sono parecchie incertezze - racconta -. Mi preoccupa l’assenza di indicazioni chiare dal Ministero su distanziamento, sulla gestione delle mascherine o su un ipotetico caso di bimbo con febbre. Le ansie delle famiglie e dei dirigenti sono queste”. La speranza è che nella riunione che avrà luogo questo pomeriggio, mamme e papà possano avere informazioni più dettagliate e precise dagli insegnanti.

“Le scuole hanno fatto un lavoro enorme per cercare di organizzarsi in tempi brevissimi, complimenti a loro” racconta la mamma, che non ha rivolto al figlio più grande che ha incominciato oggi particolari consigli: “Non ho fatto raccomandazioni particolari a mio figlio, lasciandolo sereno di incominciare questa nuova avventura”. 

Uno dei rebus riguarda poi la questione temperatura. Al momento alla scuola Nigra non è prevista la misurazione in istituto, anche se il dirigente scolastico ha acquistato dei termoscanner da usare in caso di necessità. La mamma e insegnante condivide questo modus operandi: “La temperatura dovrà essere misurata a casa, senza autocertificazioni. Penso sia tacita”. “Se sono favorevole alla misurazione a scuola? Mi sembra complessa da gestire, è un lavoro in più per i docenti. E’ più facile misurarla a casa, ma deve esserci la responsabilità delle famiglie” afferma. D’altra parte, in caso di necessità, già prima gli istituti erano pronti a misurare la febbre. Un’operazione che verrà ripetuta anche e soprattutto durante la pandemia.

Andrea Parisotto

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