"Errare è umano, perseverare comincia a essere sospetto". Non usa mezzi termini il capogruppo del Partito Democratico, Stefano Lo Russo, per commentare la delibera approvata questa mattina in Giunta con cui viene chiesto al Consiglio Comunale di affidare a Infra.To la progettazione definitiva dell'intero tracciato.
Quello che, di fatto, Lo Russo contesta è la volontà di evitare una gara internazionale a evidenza pubblica, al fine di affidare a Infra.To, società partecipata del Comune di Torino ritenuta "piccola". "Si tratta di servizi complessi di ingegneria per oltre 32 milioni di base di gara (ampiamente sopra la soglia che obbliga a fare le gare pubbliche europee) per la progettazione di un'opera pubblica del valore di oltre 4 miliardi di euro. Una delle grandi opere più importanti del Paese e la più importante di Torino".
Già qualche mese fa, a luglio, i dem avevano sollevato dubbi sulla prassi ritenuta "impropria" della Giunta e del Consiglio Comunale a dare indirizzi politici a uffici tecnici sulla procedura da seguire per un appalto pubblico. "La legge dello Stato demanda tale competenza alla struttura tecnica proprio per evitare turbative e inopportune ingerenze politiche. Chiedemmo un parere al Segretario Generale che confermò tale perplessità e infatti la delibera di luglio scorso non è stata riproposta dalla Sindaca per la votazione in aula a settembre" ha sottolineato il capogruppo del PD.
Un parere ignorato dalla Giunta Appendino, che ha deciso di procedere con l'assegnazione a Infra.To della progettazione definitiva dei 28 km di tracciato da San Mauro a Orbassano, per un'opera che con le sue 32 stazioni è destinata a cambiare per sempre il volto di Torino. Ed è proprio questa perseveranza che spinge Lo Russo a parlare di sospetto: "Capita di sbagliare. Oggi invece, in maniera del tutto illogica, viene approvata in Giunta per l'approvazione del Consiglio Comunale una nuova delibera, nella sostanza analoga a quella di luglio, anzi, pure meno dettagliata, che prevede nuovamente l'affidamento diretto a Infra.To. per evitare la gara pubblica. Peraltro la stessa Infra.To., stante la complessità dell'opera, ha dichiarato candidamente di dover ricorrere a competenze tecniche esterne".
Il rischio? Che, secondo l'esponente del Partito Democratico, si frazioni l'appalto da 32 milioni in più pezzi, portando sotto soglia le singole componenti tecniche che verrebbero non svolte direttamente ma affidate da Infra.to stessa a privati esterni. Procedura vietata dalla legge.
Lo Russo ha annunciato di voler chiedere nuovamente un parere al Segretario Generale sulla legittimità della nuova delibera. "Ma più di un dubbio comincia a venire. Ma perché tutta questa insistenza? Perché nonostante il parere contrario del Segretario Generale che dice con chiarezza che si tratta di una competenza tecnica e non politica viene fatta un'altra delibera? Errare è umano, perseverare comincia ad essere sospetto" conclude poi il capogruppo.