Economia e lavoro - 10 settembre 2020, 17:38

La rabbia degli operatori sociali del Comune: “Centinaia di noi rischiano di rimanere senza lavoro” [VIDEO]

La scadenza al 30 settembre delle graduatorie attive dal 2011 al 2017 incombe su centinaia di lavoratori precari. La richiesta al Comune: “Si attivino per la proroga”

La rabbia degli operatori sociali del Comune: “Centinaia di noi rischiano di rimanere senza lavoro” [VIDEO]

Centinaia di operatori sociali tra educatori professionali e assistenti sociali del Comune di Torino rischiano di rimanere presto senza lavoro. E’ questo l’allarme lanciato oggi pomeriggio da una decina di manifestanti del sindacato Cup: con la scadenza al 30 settembre 2020 di tutte le graduatorie attive dal 2011 al 2017, la spada di Damocle del precariato pende pericolosamente sulla testa di tantissimi lavoratori nel campo socio educativo.

“Siamo qui per chiedere udienza al Consiglio comunale. Siamo dipendenti precari. Chiediamo la proroga delle graduatorie che stanno per scadere a fine mese” spiega Ottava Guaita, assistente sociale del Comune di Torino. “Palazzo Civico, come già avvenuto in altri comparti, si impegni nella proroga. Chiediamo di mantenere una stabilità rispetto al personale già assunto” prosegue l’assistente sociale.“E’ una situazione particolare, il Comune di Torino da 6/7 anni ha iniziato a utilizzare le agenzie interinali per rimpolpare il comparto socio assistenziale: i precari sono molti, c’è una distinzione tra chi è assunto dall’agenzia e chi ha fatto il concorso a tempo indeterminato, siamo idonei nella graduatoria e rischiamo di stare a casa dopo 36 mesi. Siamo in centinaia tra interinali e noi delle graduatorie” è il pensiero di Chiara Del Giudice, educatrice professionale del Comune di Torino.

I lavoratori, gioco forza, si sentono usati e scaricati. Come dei pacchi: “Arriviamo nei servizi, ci fanno qualche giorno di affiancamento e ci viene consegnato il plico di cartelle da seguire, prima di dirci grazie e arrivederci”. Un problema non solo per i lavoratori stessi, ma anche per i cittadini che vedono costantemente cambiare il proprio punto di riferimento.

Da qui il messaggio lanciato all’assessorato: “Chiediamo all’amministrazione di smettere di utilizzare le agenzie, che costano di più e di utilizzare i fondi strutturali per i servizi sociali. Sono una parte importantissima della città, non un fanalino di coda”. I lavoratori pretendono che i loro diritti vengano rispettati: il tempo per agire, entro il 30 settembre, è sempre meno.

Andrea Parisotto

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