Attualità - 17 settembre 2020, 18:48

"Palazzo del Lavoro accolga l'Istituto italiano per l'Intelligenza artificiale"

Approvato in Circoscrizione 8 un ordine del giorno per chiedere al Comune di valutare con la Cassa depositi e prestiti la riqualificazione dell'edificio progettato da Nervi. Ricca: "Non diventi l'ennesimo centro commerciale"

"Palazzo del Lavoro accolga l'Istituto italiano per l'Intelligenza artificiale"

Riqualificare il monumentale complesso architettonico di Pier Luigi Nervi perché diventi la casa del nuovo Istituto italiano per l'Intelligenza artificiale. E' l'appello lanciato al Comune di Torino dalla Circoscrizione 8 per la rinascita dell'ex Palazzo del Lavoro, attraverso un ordine del giorno presentato dal consigliere Massimo Giaretto e approvato all'unanimità in consiglio martedì. 

La proposta va ad amplificare una lunga sequela di polemiche rispetto allo stato di degrado dell'immobile, che, affacciandosi su corso Unità d'Italia oltre la rotonda Maroncelli, per chi arriva dall'autostrada, rappresenta da anni un biglietto da visita poco decoroso per l'intera città.

Ma i fatti più recenti hanno smosso nuovamente le acque. E' di circa un mese fa la notizia dell'acquisizione al 100% da parte di Cassa depositi e prestiti del palazzo, che torna quindi tra le mani dello Stato. L'azienda immobiliare Gefim ha infatti ceduto il 50% delle quote societarie all'interno del Pentagramma Piemonte spa, società costituita nel 2007 per il recupero e la privatizzazione dell'edificio.

Considerato una delle più̀ ardite soluzioni edilizie degli ultimi decenni (parallelepipedo a base quadrata di 158 metri di lato, con un’altezza di circa 25 metri e un volume complessivo pari 625.000 mc), cui si coniuga un’elevatissima qualità tecnologica, l'opera di Nervi rappresenterebbe ora la sede ideale dell'I3A. 

La richiesta della Circoscrizione 8 è quindi di "avviare un'interlocuzione con la Cassa depositi e prestiti" per "ragionare su un intervento di recupero" del palazzo, creando "un grande polo legato ai temi del lavoro e dell'avanzamento tecnologico, collegato all'OIL del vicino Campus ONU". Una nuova destinazione d'uso che permetterebbe di riconnettere l'immobile al territorio in cui è inserito, non più rudere, ma edificio attivo al servizio della comunità. 

"Oggi ci sono le risorse, non facciamone l’ennesimo centro commerciale - ha commentato il presidente della Otto Davide Ricca, scongiurando un'ipotesi al vaglio da oltre dieci anni -. A Nizza Millefonti c’è già l’area del Lingotto, che con il lockdown è in difficoltà come gran parte del piccolo commercio. Ora abbiamo di fronte una grande opportunità per tutta l'area Italia '61".

Manuela Marascio

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