Cultura e spettacoli - 08 ottobre 2020, 10:27

"Come out", al teatro Astra la rivolta del 1969 che diede origine al Gay Pride

Nuova co-produzione TPE-FCT, lo spettacolo di Margherita Mauro con la regia di Michele Rho è il primo titolo del Festival delle Colline Torinesi 25 nel cartellone di Re / Start

"Come out", al teatro Astra la rivolta del 1969 che diede origine al Gay Pride

Poco più di cinquant’anni fa, il 28 giugno 1969, il bar Stonewall Inn nel Greenwich Village di New York vede scoccare la scintilla di una rivolta che in pochi giorni porterà migliaia di giovani a scendere in strada per rivendicare il diritto di amare liberamente, di immaginare nuove forme di relazione e di sovvertire i concetti tradizionali di binarietà e di norma. Fu un momento cruciale nella storia della comunità LGBTQI+ di tutto il mondo, e più in generale del Novecento. I fatti di Stonewall diventano ora uno spettacolo teatrale che offre l’occasione per ragionare insieme sull’oggi e su concetti senza tempo come potere, identità, democrazia e spazio pubblico.

Da martedì 13 a giovedì 15 ottobre 2020 Come Out! Stonewall Revolution – con testo e drammaturgia di Margherita Mauro e la regia di Michele Rho – è in scena al Teatro Astra di Torino per Re / Start, la stagione di TPE e Festival delle Colline Torinesi. È una nuova produzione Fog – Triennale di Milano Performing Arts realizzata assieme a Festival delle Colline Torinesi e TPE -Teatro Piemonte Europa ed è il primo spettacolo nel cartellone autunnale del Festival delle Colline Torinesi 25 diretto da Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla. In scena Marcos Vinicius Piacentini, di recente apprezzato dal pubblico torinese al Teatro Carignano come performer in Cleopatràs di Giovanni Testori per la regìa di Valter Malosti, e Maria Roveran. Lo spettacolo è presentato con Lovers Film Festival.

Il 28 giugno del 1969 da un bar del Greenwich Village, epicentro della vita artistica e culturale di New York, prende vita una serie di manifestazioni spontanee di rivolta che daranno il via al movimento per la difesa dei diritti degli omosessuali in tutto il mondo. Una data chiave della storia contemporanea, scelta non a caso dalle associazioni Lgbtqi+, a cominciare dal Glf (Gay Liberation Front) nato proprio in quell’anno, per la «giornata mondiale dell’orgoglio Lgbti» o «Gay pride». Tutto ha inizio allo Stonewall Inn, storico ritrovo del Village e oggetto di una violenta retata della polizia nella notte del 27 giugno. La reazione al blitz si trasforma rapidamente in una catena di manifestazioni di protesta per le strade della città - i cosiddetti Stonewall Riots - che vedono fronteggiarsi 2.000 manifestanti e oltre 400 uomini delle forze dell’ordine. Solo nella prima notte vengono arrestate tredici persone e quattro agenti rimangono feriti, oltre a un numero imprecisato di dimostranti.

Questo episodio centrale viene immortalato da Hollywood in due diverse occasioni col medesimo titolo: Stonewall. La prima, firmata Nigel Finch, è del 1995; la seconda, firmata Roland Emmerich, del 2015. Cinquant’anni dopo i fatti, la nuova pièce teatrale scritta da Margherita Mauro e portata in scena da Michele Rho si domanda: quanto e come quegli eventi sono stati in grado di segnare e influenzare la storia successiva? Cosa resta oggi dello spirito di rivendicazione che animava i suoi partecipanti? E quale senso può avere la partecipazione e la protesta oggi, nell’epoca della società «liquida» e dell’iper-relativismo postmoderno?

Come Out! Stonewall Revolution racconta di un dentro e di un fuori, di un prima e di un dopo. È un confine, una soglia, un momento storico dopo il quale nulla è più come prima. È il superamento della norma, di un limite del linguaggio e, dunque, del pensiero. È l’underground che esce alla luce del sole, solitudini incredibili che si incontrano, si guardano e si riconoscono, diventando comunità. «Parlare dello Stonewall - scrivono i due autori - significa parlare di libertà, e raccontare i fatti legati alla rivolta dello Stonewall Inn. Perché dobbiamo ricordarci che i diritti non sono un’eredità acquisita, ma qualcosa che deve essere riconfermato quotidianamente.»

 

Margherita Mauro (1985) è autrice, dramaturg e traduttrice. Laureata in Scienze e Tecniche del Teatro allo Iuav di Venezia, si è specializzata con un master in Playwriting alla Kingston University di Londra. Recentemente ha firmato la traduzione di When the Rain Stops Falling di Andrew Bovell (Premio Ubu 2019 per il miglior nuovo testo straniero) e ha affiancato, come dramaturg, la regista Martina Badiluzzi per il progetto vincitore della Biennale College Teatro 2019.

Michele Rho (1976) è regista e sceneggiatore. Diplomato in regia teatrale alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano, ha frequentato un MFA in Screenwriting / Directing presso la Columbia University di New York. Lavora nel cinema, televisione e pubblicità. Il suo primo film Cavalli è stato presentato alla 68a Biennale del Cinema di Venezia. È uno dei soci fondatori di Radio Raheem.

comunicato stampa

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