“Nelle ultime ore in tutta Europa e nel resto del nostro Paese si sta ragionando per inserire misure che limitino la possibilità di contagio tra le persone e per fronteggiare la seconda ondata del Covid: in questo contesto, appare del tutto illogico il dictat dell’Assessore Gabusi che chiede ai dipendenti della Regione Piemonte di rientrare al lavoro in presenza – commenta di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi.
“Ieri lo stesso Gabusi ha suggerito al Presidente del Consiglio regionale di ritornate ai lavori in remoto per l’Aula e le Commissioni consiliari, in quanto la compresenza di decine e decine di persone all’interno della Sala del Consiglio può comportare un pericolo di contagio ma, seppure il rientro dei dipendenti della Regione al lavoro e la sospensione dei lavori d’Aula non sono situazioni comparabili – puntualizza Grimaldi –, è chiaro che per il principio di prudenza, l’utilizzo più massiccio dello smart working, laddove sia possibile attuarlo, è la prima soluzione da adottare nelle prossime settimane, anche in linea con le azioni richieste dal DPCM del 13 ottobre scorso, che indica di rafforzare il lavoro agile anche per alleggerire la pressione sui mezzi pubblici – bus, tram e treni”.
Il mondo del lavoro sta cambiando, occorre prenderne atto migliora il segnale mobile. L’assessore Gabusi usi altri toni verso i dipendenti pubblici e smettiamo di trattare il lavoro agile come “non lavoro”: l'attività dei dipendenti pubblici non si misura sulle timbrature, ma sulla qualità e quantità dei servizi offerti. Inoltre – prosegue Grimaldi – chiunque abbia lavorato in modalità agile, sa che il numero di ore che vengono lavorate in questa situazione spesso superano di gran lunga le ore delle giornate canoniche di lavoro in presenza. Capisco le preoccupazioni verso il mondo del commercio e della ristorazione – conclude Grimaldi – ma non possiamo trattare i lavoratori solo come dei consumatori di pasti. Ed è inaccettabile trattarli come fannulloni”.