Il volto sereno della divinità giapponese Jizo sta prendendo delicatamente forma, in queste ore, su una parete bianca del MAO: pacifico e tranquillo, è contornato da diverse tonalità di rosso acceso, colore simbolo di sicurezza e protezione. A dipingerlo è Karim, cosentino, classe '84, uno degli street artist scelti per il nuovo progetto curato da Roberto Cortese, dell'Archivio Storico della Città di Torino, per la Fondazione Torino Musei.
"MAO meets URBAN ART" è una scommessa, un felice azzardo, un dialogo anticonformista tra due mondi apparentemente agli antipodi: le preziose antichità orientali da un lato, il linguaggio diretto dei graffiti dall'altro. In occasione della mostra China Goes Urban, appena inaugurata, il museo di via San Domenico 11 ha chiesto a quattro artisti di strada torinesi di proporre dei murales ispirati a motivi, temi e soggetti presenti nelle sue collezioni permanenti. A distanza di due settimane l’uno dall’altro, Karim, Nice and the Fox, ENCS 18 e WASP Crew si susseguiranno nella sala polifunzionale del MAO per creare le loro opere in presenza del pubblico, popolando gradualmente le pareti con un tocco di contemporaneità artistica.
"Sin dai tempi dei primi graffiti sulle rocce - spiega Cortese -, l'essere umano ha mostrato il bisogno di comunicare il proprio pensiero attraverso segni e illustrazioni. Un'impronta 2D in un mondo 3D, a testimonianza della vita che si muove. Negli ultimi decenni il fenomeno dell'arte urbana ha catturato l'attenzione non soltanto degli addetti ai lavori, degli appassionati o dei media, ma anche delle grandi imprese, interessate per lo più a inglobare all'interno del mainstream ogni forma di comunicazione a proprio uso e consumo".
"L'idea di fondo del progetto - prosegue - è nata proprio per dissociarsi da questo pensiero, portando dentro ciò che in genere resta fuori dai musei. Un ritorno alle origini e all'arte più antica, coinvolgendo artisti che volessero mettersi in gioco in un confronto aperto col passato”.
Il lavoro di Karim, iniziato ieri, sarà completato nella giornata di oggi. Avvicinatosi al mondo dei graffiti alla fine degli anni ‘90, ha fin da subito collaborato con il progetto Murarte, per poi diventare, nel 2007, presidente dell'associazione culturale Artefatti, grazie a cui realizza svariate iniziative di stampo sociale. Numerosi i laboratori, i progetti di riqualificazione del territorio, live painting, eventi e convention internazionali che l'hanno già visto protagonista.
"Jizo è la divinità protettrice dei viaggiatori, delle anime dei bambini e delle tombe degli antenati - spiega l'artista -. Ho letto molto, mi sono informato su questo personaggio e mi ha colpito fin da subito. E' molto popolare nel buddhismo Mahayana, viene raffigurato come un monaco dai lineamenti giovanili. Potrebbe raggiungere il nirvana, ma sceglie di restare nel mondo per aiutare gli essere viventi".
"Il processo, rispetto alla pittura all'aperto, ovviamente è più lento - racconta ancora -, ma ho sempre dipinto a tecnica mista, sono abituato all'acrilico. L'accostamento cromatico che ho scelto viene solitamente usato per rappresentare Jizo in Giappone. Mi piace sperimentare soggetti sempre nuovi e diversi".
Presente alle prime fasi dell'allestimento, anche Gianfranco Abramo, in arte ENCS 18, nato a Torino nel '79 e attivo dal 2000 con i primi puppet, che l'hanno portato in breve tempo a firmare i muri di numerose città italiane e internazionali. "Il mio soggetto per il MAO- spiega, annunciando la due-giorni che lo vedrà impegnato sul campo il 26 e 27 novembre - si rifà all'induismo e al dio Ganesh, una testa di elefante con una sola zanna. E' una delle divinità più amate e venerate in India. Personalmente tutto questo mondo mi appassiona da sempre. Ho fatto un viaggio in Giappone l'anno scorso, il viaggio della vita, visitando musei e girando città in soli otto giorni. Poter realizzare ora un omaggio all'Oriente è una gran bella occasione".