L'agroalimentare è l’unico settore che resiste all’emergenza Coronavirus che ha fatto crollare i fatturati di tutti gli altri comparti protagonisti del Made in Italy, dalla moda alle automobili fino all’arredamento. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base di un'indagine di Mediobanca condotta tra 2.800 imprese manifatturiere familiari che stima un calo medio del fatturato dell'11,1% per l’industria italiana.
Secondo l’ISTAT il settore agroalimentare in Piemonte crea nel complesso circa 5 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 4,2% del totale regionale, risultando una delle branche economiche più rilevanti e dinamiche dell’economia piemontese, con un’elevata propensione all’export.
“L’emergenza globale provocata dal coronavirus ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza – affermano commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale -. Bisogna, però, investire per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali. In Piemonte annoveriamo eccellenze produttive dal riso al vino, dall’ortofrutta ai prodotti lattiero-caseari oltre a 14 Dop, 9 Igp, 18 Docg e 42 Doc che ci consentono di contribuire al primo posto che il nostro Paese occupa, a livello comunitario, per numero di imprese e valore aggiunto. Le nostre imprese agricole che, nonostante le difficoltà non si sono mai fermate e continuano a produrre cibo, con il loro lavoro salvaguardano l’ambiente, creano occupazione, valorizzano la biodiversità”.