Economia e lavoro - 04 novembre 2020, 17:42

Intesa Sanpaolo, nei primi tre trimestri utile da 6,4 miliardi, 3,1 senza Ubi banca

Secondo miglior risultato dal 2008 e si confida di tornare a distribuire dividendi. Messina: "Siamo tra le banche meglio posizionate e abbiamo dato sostegno durante il Covid"

Intesa Sanpaolo, nei primi tre trimestri utile da 6,4 miliardi, 3,1 senza Ubi banca

Intesa Sanpaolo chiude i primi nove mesi dell'anno con un utile netto contabile pari a 6,4 miliardi di euro, cifra che che scende a 3,1 miliardi senza considerare l'operazione che ha portato all'acquisizione di Ubi Banca. Utile che a livello complessivo per il 2020 dovrebbe essere non inferiore a 3 miliardi, mentre per il 2021 si ritiene possa salire fino a 3,5 miliardi.

Numeri positivi, che si accompagnano all'intenzione di Intesa di confermare la politica dei dividendi del gruppo, con la distribuzione di un ammontare pari al 75% del  risultato netto per l'esercizio 2020 e al 70% per l'esercizio 2021, pur alla luce di quelle che saranno le indicazioni che saranno fornite  dalla Bce su questo tema. Nello scorso mese di luglio, infatti, la Banca centrale europea aveva raccomandato di non procedere alla distribuzione fino alla fine di quest'anno. Intesa Sanpaolo intende ottenere anche l'approvazione della Bce per una distribuzione cash da riserve nel 2021 alla luce dell'utile netto 2019 allocato a riserve nel 2020.

Se invece l'orizzonte temporale si sposta al 2022, le previsioni di utile netto arrivano fino a quota 5 miliardi di euro, con relativa remunerazione degli azionisti. Ma su questo fronte il nuovo Piano di Impresa sarà reso noto entro la fine del  2021, appena lo scenario macroeconomico sarà diventato più chiaro. Una prospettiva che comunque dovrebbe rassicurare realtà come Compagnia di San Paolo che, proprio nei giorni scorsi, avevano presentato il nuovo piano di erogazioni con il punto interrogativo sulla distribuzione o meno dei dividendi di Intesa.
Tornando alla terza trimestrale, la banca registra poi un miglioramento dei "coefficienti patrimoniali, dell'efficienza  e della qualità dell'attivo. Anche il costo del rischio risulta in miglioramento se si escludono le rettifiche di valore su crediti per i futuri impatti di Covid-19". 

Numeri a parte, da Intesa garantiscono che l'integrazione di Ubi banca sta procedendo con "successo e non presenta complessità significative. Questo anche in considerazione della comprovata capacità di Intesa Sanpaolo di realizzare integrazioni valorizzando le realtà locali e le persone di Ubi Banca e conseguendo un'ulteriore riduzione del profilo di rischio e importanti sinergie senza costi sociali".

"Siamo convinti di essere una delle banche meglio posizionate per poter riprendere la distribuzione dei dividendi una volta avuta l'autorizzazione della Bce - afferma il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina - e siamo di fronte al secondo miglior risultato dopo tre trimestri dal 2008. In aggiunta alla distribuzione dei dividendi previsti a valere sul 2020, verificheremo il consenso della Bce rispetto alla distribuzione da riserve del dividendo a valere sul 2019". 

E aggiunge: "Dal primo manifestarsi della straordinaria emergenza causata dalla pandemia da Covid-19, la banca ha messo in campo iniziative concrete a sostegno della comunità, dei nostri clienti e delle nostre persone. Portiamo avanti i nostri progetti rappresentando un riferimento per le famiglie, per le imprese e convinti del nostro ruolo di motore al servizio di una crescita inclusiva e sostenibile. Le risorse che, sotto forma di donazioni, abbiamo dispiegato per fronteggiare l'emergenza superano i 125 milioni di euro, con un intervento che ha visto la partecipazione oltre che della Banca, dei suoi manager, dei dipendenti e dei suoi clienti". Ma la prudenza non è mai troppa: "Nei primi nove mesi dell'anno abbiamo 1,3 miliardi di accantonamenti per futuri impatti legati al Covid-19 - conclude Messina - di cui 430 milioni nel terzo trimestre".

E sul fronte occupazionale il ceo sottolinea come "sono state già superate di molto le cinquemila richieste di uscite volontarie previste. C'è tempo per fare domanda fino al 9 novembre, poi dovremo valutare i requisiti e le implicazioni delle uscite". L'accordo con i sindacati sulle uscite volontarie prevede anche l'assunzione di 2.500 persone. Nei primi nove dell'anno sono state effettuate "589 assunzioni, di cui 167

 durante il lockdown".

Massimiliano Sciullo

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