Attualità - 07 novembre 2020, 16:43

Spettacolo in Piemonte, arriva il bonus per subordinati, parasubordinati e intermittenti. Ma l’obiettivo è il reddito di continuità

Il coordinamento delle maestranze regionali ha rinviato al 5 dicembre la manifestazione di piazza Castello in programma oggi. Alla giunta Cirio si chiede un ribaltamento del vecchio sistema di finanziamento all’associazionismo

Spettacolo in Piemonte, arriva il bonus per subordinati, parasubordinati e intermittenti. Ma l’obiettivo è il reddito di continuità

Un bonus a erogazione diretta per i lavoratori subordinati, parasubordinati e intermittenti. È quanto annunciato oggi dal coordinamento Lavoratori e lavoratrici dello spettacolo Piemonte, nella giornata in cui avrebbe dovuto svolgersi la manifestazione in piazza Castello, a Torino per la richiesta di tutele, redditi e garanzie, rinviata al 5 dicembre a seguito dell’ultimo Dpcm

Il provvedimento, risultato di lunghe trattative portate avanti per mesi con gli assessori alla cultura e al lavoro Vittoria Poggio ed Elena Chiorino, sarà presentato venerdì prossimo, o, al più tardi, il lunedì successivo, di concerto con la Regione Piemonte

Un sussidio che arriva a seguito del Bonus Solidarietà Cultura, presentato dalla giunta Cirio nel mese di giugno ed erogato a partire da agosto, destinato a partite Iva e piccole imprese del settore. “Lo riteniamo uno strumento molto importante - ha spiegato uno dei portavoce del coordinamento, Elio Balbo, tecnico luci -, un ulteriore passo in avanti da parte delle istituzioni come riconoscimento di fatto della nostra categoria. Ma, soprattutto, segna un traguardo estremamente rilevante, perché saremo la seconda regione, dopo il Veneto, a ottenerlo. Un’ulteriore conferma che si può fare, qui come nel resto d’Italia”. 

L’obiettivo ultimo, tuttavia, è un altro. Quello di raggiungere un reddito di continuità effettivo per tutte le maestranze - circa 17 mila, in Piemonte -, siglato dalla rete intersindacale RISP ADL Cobas sulla falsariga dell’intermittance in Francia. “Abbiamo bisogno di un concreto sostegno al reddito, di vedere espansi i nostri diritti e confermate le nostre tutele, sui luoghi di lavoro e nei momenti di non lavoro obbligato, tra prove, preproduzione e studio non retribuiti perché non normati - ha precisato Balbo, sottolineando come impugnare saltuariamente bonus rattoppi la falla senza risolvere il problema alla fonte -. Sono otto mesi che veniamo dimenticati dalle istituzioni: ora pretendiamo che l’intermittenza venga riconosciuta come strutturale dal punto di vista normativo, di contribuzione fiscale e di tutele, mediante gli ammortizzatori sociali".

Intanto, il coordinamento ha preso parte a un primo tavolo, con la Regione Piemonte, per analizzare le criticità dell’attuale sistema di finanziamento alle associazioni culturali. E anche per individuare, sull’intero territorio, spazi alternativi per ospitare arte ed eventi live, eventualmente in condivisione con altre realtà locali attive nel sociale. “Negli incontri successivi - ha spiegato la musicista Aline Privitera - presenteremo una proposta di rilancio del settore che parta esclusivamente dal basso, dalle esigenze dei lavoratori,  di tutte le categorie penalizzate. Chiediamo un sostegno ai giovani artisti, alle realtà indipendenti, all’attività di ricerca e produzione, e anche alla mobilità per le carriere internazionali. Diciamo basta al sistema culturale intrappolato in vecchi meccanismi. L’emergenza nel nostro settore è ormai presente da decenni”. 

“A oggi - ha concluso Nicolò Libener, tecnico dello spettacolo - non possiamo godere di maternità, paternità, malattie e ferie. Tuttavia siamo persone che pagano contributi, cittadini onesti, e non vediamo nessun ritorno in termini di diritti, tutele e garanzie. La politica del bonus non ci piace molto, è fallimentare, e si è visto in questi mesi. Per questo ci battiamo per un reddito garantito a tutte le persone che ne hanno bisogno, ma, intanto, i bonus previsti da decreto devono arrivare. Il comportamento dell’Inps è inaccettabile, stiamo lottando anche per questo. Molti lavoratori sono ancora in attesa per le coperture dei mesi di marzo, aprile e maggio”. 

Manuela Marascio

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