Passa da Roma la scelta del candidato sindaco del centrodestra per le comunali di Torino. Ma al momento il nome per le elezioni 2021 del capoluogo piemontese non rientra nelle priorità di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, che sono in trattativa per realtà più importanti economicamente e politicamente come Milano, Roma e Bologna.
I leader dei tre partiti – Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani – si sono incontrati due volte nelle scorse settimane nella Capitale per iniziare a discutere su come “spartirsi” le città che andranno al voto. E Torino spetta il ruolo dell’ancella, rispetto ai capoluoghi lombardo e laziale. Le discussioni al momento vertono su chi tra il Carroccio, FdI e azzurri potrà esprimere il nome per puntare a succedere a Giuseppe Sala (csx) e Virginia Raggi (M5S).
Salvini sembra poi molto interessato a Bologna, storica roccaforte della sinistra, per cercare di recuperare la debacle delle scorse regionali in Emilia Romagna, dove dopo aver fatto campagna elettorale “pancia a terra” per Lucia Borgonzoni, è stato sconfitto dal governatore uscente di centrosinistra Stefano Bonaccini. Altro fronte caldo è Napoli, dove nelle scorse settimane il sindaco Luigi de Magistris ha annunciato che candidata a sindaco alle Comunali del 2021 sarà il suo attuale assessore ai Giovani del Comune Alessandra Clemente.
Il capoluogo campano rientrerebbe nelle mire di Fratelli d’Italia, anche se la priorità del partito resta Roma. Se Giorgia Meloni riuscisse ad imporre la sua volontà e candidare un suo uomo o donna per la Capitale, potrebbe allora cedere Napoli a Lega o Forza Italia. A metterle i bastoni tra le ruote è però arrivato Silvio Berlusconi, che insiste sul nome di Guido Bertolaso. Per il Cavaliere l’ex capo della Protezione Civile saprebbe gestire meglio di altri l’emergenza, conquistando così i voti dei romani.
In questo quadro la scelta del candidato sindaco del centrodestra per Torino non rientra nelle priorità del centrodestra, che alle scorse comunali andò diviso, ma oggi sembra aver imparato la lezione. Il nome più concreto appare quello di Paolo Damilano, vicino al leghista Giancarlo Giorgetti e che lo scorso 14 ottobre ha incontrato il leader del Carroccio Matteo Salvini. L’imprenditore piemontese non ha mai chiuso la porta a questa possibilità, precisando più volte che l’impegno della società civile sarà decisivo per il 2021. Proprio da questo ambiente proviene il presidente dell’Ordine degli Architetti Massimo Giuntoli, che non smette di sgomitare per la poltrona più prestigiosa della Sala Rossa e che aveva già tentato di entrare nella partita delle regionali.
E per andare incontro al mondo economico e produttivo Forza Italia sembra orientata sulla parlamentare Claudia Porchietto, assessore regionale al lavoro con la giunta Cota, ex presidente di Api Torino, vicepresidente di Eurofidi e Unionfidi, oppure sul presidente dell’Aci Piergiorgio Re. La sensazione è che per il capoluogo piemontese - tradizionale roccaforte del centrosinistra, ad eccezione dell’ultimo quadriennio targato M5S con Chiara Appendino – serva un nome più civico, per intercettare una fetta di elettorato il più ampia possibile.
Una candidatura più politica – come quella di Fratelli d’Italia che sembra voler puntare sulla parlamentare Augusta Montaruli – spaventa gli altri alleati, che vedono la possibilità di vincere concreta, alla luce di un centrosinistra indeciso se andare con il M5S. Quest’ultimo è poi orfano della sindaca uscente e di diversi consiglieri che non si ricandideranno o hanno deciso di passare al gruppo misto: ultimo in ordine di tempo Damiano Carretto, il più votato tra i grillini nel 2016.