"Su un lockdown nazionale non so pronunciarmi, non ho i numeri, non so quanto posa essere il contagio da una regione all'altra, ma se la nostra Federazione ha fatto questa valutazione evidentemente ha dei dati che la portano in quel senso". Così, ai microfoni di una nota radio locale, il presidente dell'Ordine dei Medici di Torino, Guido Giustetto, in merito alla richiesta della Federazione degli Ordini dei Medici di un lockdown generalizzato.
Lockdown che l'Ordine torinese aveva sollecitato a livello locale la scorsa settimana. "Credo sia vero - osserva Giustetto - che i numeri che arrivano dalle regioni non sono sempre così precisi, probabilmente regioni che mandano dati più precisi finiscono per essere più penalizzate di altre che non mandano informazioni complete, magari perché non ce la fanno. Certo guardando i dati si capisce che c'è qualcosa che non torna".
Quanto all'alto numero di persone che in questo fine settimana, a Torino, hanno approfittato del bel tempo per uscire di casa, Giustetto osserva che "capisco che stare chiusi in casa sia deprimente, butti giù il morale e capisco anche che si possa uscire a fare una passeggiata, a portare fuori il cane o a fare due parole con qualcuno, però l'assembramento è ciò che ha fatto si quest'estate sia ripartito il virus. Non so cosa si debba ancora vedere, oltre alle immagini che stiamo vedendo in questi giorni, per capire quanto è grave la situazione".
Liberare i professionisti della sanità da incombenze amministrative e valutare la possibilità di far lavorare gli studenti dell'ultimo anno di infermieristica. Sono le due strade indicate dal presidente dell'Ordine dei Medici di Torino, Guido Giustetto, per far fronte alla difficile situazione di questo momento. "Una quota non piccola di quello che fanno i medici, e soprattutto gli infermieri, in ospedale, negli studi medici e nei poliambulatori - spiega Giustetto - sono cose amministrative, mentre se ciò potesse essere affidato ad amministrativi libererebbe risorse in campo infermieristico e medico".
"Inoltre, come noi medici abbiamo messo a disposizione gli specializzandi, allo stesso modo bisogna valutare se a livello di infermieristica è possibile far cominciare a lavorare gli studenti dell'ultimo anno. Mescolare medico e infermiere non ha nessun senso, sono due competenze diverse", aggiunge Giustetto che, riferendosi alla lettera della Regione Piemonte, sottolinea che "è una cosa che è sfuggita di mano in questo momento di frenesia ed è apprezzabile che la Regione abbia in qualche modo chiesto scusa".
"Ora - conclude - si procede con i bandi di assunzione separati e noi domani siamo in grado d'urgenza di iscrivere 50 nuovi colleghi che hanno appena dato l'esame di Stato, competenze nuove che credo serviranno ad esempio per i posti letto che si stanno organizzando a Torino Esposizioni".
“In queste ore stanno circolando le foto di pazienti allettati su brande buttate tra i corridoi e le chiese degli ospedali piemontesi. Immagini che non avremmo mai voluto vedere. Oltre ai posti letto non c’è neppure personale a sufficienza e non è stato fatto il tracciamento dei contagi. Così ci si è preparati alla seconda ondata Covid? Imbarazzante. Questa non può essere la sanità del Piemonte. Va commissariata al più presto, prima che sia troppo tardi”. Queste le parole di Davide Serritella, deputato torinese del M5S.