Sanità - 10 novembre 2020, 14:34

Ospedali allo stremo, Torino chiede aiuto anche in Granda

Il centro operativo regionale comunica l’invio di pazienti del capoluogo all’ospedale di Alba e Bra. Lo sconforto del direttore generale dell’Asl Cn2: "Avanti di questo passo non sapremo come dare assistenza a tutti i malati"

Ospedali allo stremo, Torino chiede aiuto anche in Granda

E’ più che mai preoccupato il tono col quale il direttore generale dell’Asl Cn2 Massimo Veglio ci aggiorna su una situazione – quella dei ricoveri Covid all’interno del nuovo ospedale "Michele e Pietro Ferrero" di Verduno – che a più riprese ha già avuto occasione di definire come problematica.

Una quadro nel quale l’ultima tegola ha preso la forma di una comunicazione arrivata dalla centrale operativa regionale di Torino.
"Questa mattina – spiega il dottor Veglio – ho ricevuto una telefonata che mi annunciava l’arrivo di altri pazienti da Torino. Non so il numero, non so quando, non so di che tipo, ma è logico che questo abbia gettato nella disperazione l’organizzazione ospedaliera, che in questo momento, credetemi, è già allo stremo. Altri territori sono più in difficoltà, per cui faremo ovviamente tutto il possibile per rispondere anche a questa richiesta, ma rimane il fatto che avanti di questo passo davvero non so come faremo".

Un nuovo colpo quindi rispetto a un numero di ricoveri, quelli già operati al "Ferrero" rispondendo al solo fabbisogno albese e braidese, che potrebbe presto doppiare il centinaio di pazienti che il "San Lazzaro" di Alba arrivò a contare nella prima fase dell’emergenza.

Se esattamente un mese fa, al 9 di ottobre, i degenti Covid accolti al quinto piano del nuovo ospedale erano appena 5, su un reparto da una cinquantina di posti, alla serata di ieri (lunedì 9 novembre) il loro totale è giunto a un passo dal nuovo limite fissato coi progressivi ampliamenti dell’area "sporca" realizzati in queste poche settimane – 167 su 171 posti-letto disponibili –, mentre con la sospensione delle attività ordinarie si sono ridotti a un centinaio i ricoveri legati ad altre patologie.

Peccato che anche quest’ultima piccola riserva sia andata esaurita nel giro di poche ore, visto che, come lo stesso direttore spiega al nostro giornale, "mentre due persone sono intanto mancate, purtroppo, solo questa mattina in pronto soccorso sono arrivate altre 7 persone cui rimediare un posto".

"La situazione è ovviamente fluida – circostanzia ancora il dottor Veglio –, ma quotidianamente abbiamo una media di una decina di nuovi ricoveri, mentre le dimissioni arrivano molto più lentamente, nell’ordine delle poche unità al giorno. Il problema è che purtroppo non si vede alcun segnale di una prossima inversione di questa tendenza".

Sul come accogliere i nuovi pazienti, quelli locali e ora pure quelli in arrivo da altre zone del Piemonte, il direttore generale ribadisce quindi un concetto già espresso più occasioni: "Il problema è che spazi a Verduno ne avremmo a volontà, ma già oggi non sappiamo come fare a coprire i turni del personale necessario a dare a tutti questi malati l’assistenza di cui necessitano".

E mentre con riguardo alla prima fila dei medici, infermieri e Oss impegnati in questa nuova emergenza pesa anche la difficoltà di un numero di contagiati decisamente superiore alla prima ondata – così come, rispetto ad allora, lo è anche il numero di positivi sul territorio della Granda –, il responsabile della sanità dell’Albese e Braidese torna ad appellarsi al senso di responsabilità dei cittadini rispetto a misure di contenimento dell’infezione – quelle previste dall’ultimo Dpcm – che dal suo particolare osservatorio ritiene del tutto insufficienti a fermare l’ondata che rischia di travolgere i nostri ospedali: "L’Italia non si è fermata e a ben guardare nemmeno il Piemonte. Le persone continuano a circolare. Se non faremo subito qualcosa di più energico davvero non so come ne usciremo".

E intanto risulta che anche l'Asl di Asti stia raccogliendo da ieri pazienti Covid arrivati da Torino: sarebbero 25 quelli ricoverati al Cardinal Massaia. Attualmente, i pazienti Covid nella struttura astigiana sono 118, di cui 12 in rianimazione. Si aggiungono i 30 pazienti a bassa criticità ricoverati alla ex clinica San Giuseppe.

"L'ospedale di Verduno è al collasso. Occorre fermare il pendolarismo di malati Covid che dal resto della Provincia di Cuneo e da altre Province (Torino su tutte) vengono dirottati sull'ospedale di Alba e Bra. Giusta e doverosa la collaborazione tra territori e tra Aziende sanitarie, ma Verduno non puó risolvere i problemi di mezzo Piemonte", sottolinea Ivano Martinetti, Consigliere regionale del M5S.

"Se la Giunta e l'assessorato alla Sanitá sono ancora operativi, sappiano allora che è il momento di intervenire. Adesso".

E.Mas.

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