Sul Libero Scambio, nelle ultime settimane, si è detto di tutto e di più: dalla delibera regionale che ne ha sancito la fine (poi sospesa a causa della pandemia) alle parole dell'arcivescovo Cesare Nosiglia, sono state diverse le voci politiche e non a esprimersi sulla vicenda.
Nell'ultimo tavolo di lavoro tra Prefettura, Regione e Città, nel frattempo, si è deciso di effettuare altri approfondimenti tecnici non escludendo ipotesi alternative. A farsi sentire, per fornire una propria versione dei fatti e replicare ad alcuni attacchi ricevuti, è anche ViviBalon, l'associazione che gestisce il mercato di via Carcano: “Da parte di alcuni membri della Giunta Regionale - dichiara il presidente Salvatore Planeta – e di altri esponenti del centro-destra c'è un vero e proprio accanimento nei confronti dei poveri, scatenato per spostare l'attenzione da problemi molto più seri”.
L'associazione respinge con forza, innanzitutto, l'accusa di essere “portatrice di degrado” attraverso il mercato: “Quelli che stanno combattendo il degrado e l'abusivismo – prosegue – siamo proprio noi, garantiti da un regolamento ad hoc fatto dalla Città di Torino e da un luogo dove l'attività di controllo della polizia municipale è costante: sfidiamo chiunque a dimostrare la presenza di merce rubata, abbiamo tutti i verbali dei sequestri fatti e nemmeno uno cita fatti di questo genere”.
Per rinforzare queste affermazioni, ViviBalon porta ad esempio il valore ecologico e sociale del mercato: “Chi vende al Libero Scambio – aggiunge – recupera, ricicla e riusa alimentando il ciclo della raccolta differenziata. La clientela, inoltre, qui riesce a comprare oggetti di uso quotidiano che altrove non si potrebbe permettere garantendo la sopravvivenza e la dignità a moltissime persone. Per questo facciamo un appello a tutta la società civile per chiedere l'annullamento della delibera, il 5 dicembre siamo pronti a riaprire”.
A ferire ulteriormente, infine, sono le polemiche sollevate da Fratelli d'Italia dopo la delibera comunale di rimborso dei costi aggiuntivi sostenuti da ViviBalon durante la pandemia: “Sono attacchi vergognosi – conclude Planeta – perché si tratta di una compensazione calcolata in base a fatture documentate e presentate al Comune. I 10mila e 700 ricevuti sono comprensivi degli adeguamenti necessari al rispetto delle norme igieniche anti-Covid 19 e delle retribuzioni dei dipendenti a orario prolungato con maggiorazione nelle ore notturne, vista l'apertura alle 5”.
Stesso discorso anche per l'accusa di avere eccessivi ricavi: “I 10 euro pagati dagli espositori, sui cui noi siamo tenuti a versare l'Iva, sono fissati dal bando di concessione; lo stesso discorso vale anche per i 1181,25 euro che noi versiamo al Comune. A questi vanno aggiunti, a carico nostro, le spese su rifiuti ed energia elettrica oltre a quelle per i dieci membri del personale”.