Economia e lavoro - 03 dicembre 2020, 13:07

#FateLavorareAncheNoi: manifestazione di Confesercenti domani: "Riaprire subito o rischiamo di chiudere per sempre”

“Pubblici esercizi allo stremo, il governo ci ascolti. Siamo stanchi di assistere all’agonia di un intero settore, ora basta", dichiara il presidente Giancarlo Banchieri

#FateLavorareAncheNoi: manifestazione di Confesercenti domani: "Riaprire subito o rischiamo di chiudere per sempre”

“Siamo stanchi di assistere all’agonia di un intero settore. Ora basta: bar, ristoranti, pizzerie e tutti gli altri pubblici esercizi devono riaprire subito e senza incomprensibili limitazioni alle 18, o rischiano di non riaprire mai più”. Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti, annuncia così la manifestazione (#FateLavorareAncheNoi) che Fiepet, la federazione dei pubblici esercizi, ha indetto per domani, venerdì 4 dicembre, alle ore 15 in piazza Castello.

“Nell’occasione - dice Banchieri - incontreremo il prefetto, al quale chiederemo di farsi portavoce presso il governo di una situazione sempre più grave e preoccupante. Siamo convinti che il giustissimo rispetto dei protocolli di sicurezza sia compatibile con lo svolgimento dell’attività delle nostre imprese. Davvero bar e ristoranti sono i focolai d’Italia? Non è credibile: riaprire in sicurezza si può e si deve farlo entro pochi giorni”.

“La nostra categoria - spiega Fulvio Griffa, presidente di Fiepet-Confesercenti - è stata la prima a chiudere e sta ancora subendo il blocco. Nel frattempo, il 15/20% dei colleghi non ha ancora ricevuto l’indennizzo del ‘decreto ristori’ che sarebbe dovuto arrivare al più tardi lo scorso 15 novembre, la pratica prevista per avere il ‘bonus filiera’ è praticamente ingestibile e fra qualche giorno ci chiederanno di pagare la Tari: migliaia di euro a locale, anche in assenza di produzione di rifiuti. Insomma: entrate azzerate o ridotte al lumicino, ritardi nei contributi, comunque insufficienti a compensare le nostre perdite, e spese certe.

“In molti rischiano la chiusura definitiva e anche le conseguenze occupazionali sarebbero drammatiche: stiamo parlando di oltre 30.000 imprese in Piemonte (8.000 a Torino città, che salgono a 15.000 con la provincia) con circa 85.000 addetti. Il governo valuti la situazione con attenzione: così non può più andare avanti”.

comunicato stampa

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