Politica - 21 dicembre 2020, 07:10

Anche a Torino c'è chi dice no all'autonomia differenziata

Flash mob davanti alla prefettura per Volere la Luna: secondo l'associazione, il disegno di legge introdurrebbe “una vera e propria secessione delle regioni ricche”

L'Associazione Volere la Luna in piazza Castello, a Torino

La manifestazione No autonomia differenziata in piazza Castello

L'Associazione Volere la Luna ha ribadito il proprio no all'autonomia differenziata, ovvero il trasferimento di ulteriori competenze dallo stato alle regioni, in procinto di diventare disegno di legge. Per farlo, ieri pomeriggio è andato in scena un flash mob, organizzato davanti alla prefettura di Torino in piazza Castello nell'ambito della mobilitazione nazionale promossa dalla Rete dei Numeri Pari e dal  Comitato per il Ritiro di Qualunque Autonomia Differenziata.

Il Consiglio Regionale del Piemonte, a proposito, esattamente un anno fa aveva votato favorevolmente all'acquisizione di materie come governo del territorio, beni paesaggistici e culturali, protezione civile e infrastrutture, tutela del lavoro, istruzione e formazione professionale e istruzione universitaria, tutela della salute, coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, ambiente e molte altre.

Cittadini di serie a, b e z

I membri di Volere la Luna chiedono il ritiro immediato del progetto: “In piena pandemia – fanno sapere – il Governo ha previsto una drastica e improvvisa accelerazione al progetto di regionalismo differenziato. L'approvazione del disegno di legge introdurrebbe nel nostro paese la cosiddetta autonomia differenziata, che configura, in realtà, una vera e propria secessione delle regioni ricche. La conseguenza sarebbe un paese ancor più frammento e disunito, con cittadini di serie a, b e persino z a seconda del luogo di residenza”.

Il rischio, secondo i manifestanti, è quello di aumentare le disuguaglianze: “Abbiamo visto in questi anni – proseguono – e, soprattutto, in questi mesi di drammatica emergenza cosa abbia significato la regionalizzazione del servizio sanitario nazionale. Enormi e incalcolabili sono i disastri causati dalle privatizzazioni, dalla negazione del diritto alla salute per milioni di cittadine e cittadini sino alla crescita esponenziale delle differenze tra nord e sud. L'inadeguatezza dei governatori nella gestione delle due ondate delle pandemia è andata oltre l'inimmaginabile, anche in Piemonte”.



Ritiro del disegno di legge
La richiesta è quella di ritirare immediatamente il disegno di legge: “Sarebbe gravissimo - concludono – se, in un momento così drammatico per il paese, davanti a un aumento senza precedenti della disuguaglianze, mentre crescono le differenze territoriali tra i diritti e le prestazioni, il governo desse corso all'autonomia differenziata regionalizzando ulteriori materie e lo sarebbe ancora di più se ciò avvenisse senza un dibattito pubblico e senza il coinvolgimento dei cittadini”.

Marco Berton

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