Attualità - 23 dicembre 2020, 17:34

A Torino brillano i presepi di comunità, dal condominio sociale di Mirafiori all'asilo di Cavoretto

Esempi di solidarietà e scambio di competenze tra gli abitanti dei quartieri, per la realizzazione di presepi artigianali che regalano speranza in questo Natale difficile

presepe di comunità in via guido reni 212

Il presepe del condominio solidale di via Guido Reni 212

Un condominio votato al sociale, che mette a disposizione un portierato di servizi essenziali per chi ne ha più bisogno, specie in questo periodo di pandemia. E custodito da una buona stella, per le festività natalizie imminenti. Succede a Torino, in via Guido Reni 212, dove gli abitanti, in pochi giorni, hanno allestito un presepe a grandezza naturale, in legno e cartone, interamente fatto a mano, condividendo ciascuno le proprie competenze e abilità

Un’idea partita da Wilma Socco e Giovanni Russo, poi estesa a tutti i residenti, di ogni età: chi ha portato la legna, chi ha disegnato le sagome (una giovane studentessa del liceo artistico), chi ha pensato al montaggio e all’allestimento dell’intera scena. Il risultato è una natività semplice, genuina e accogliente, su un piano rialzato all’ingresso dello stabile, incorniciata da un vetro e illuminata da luci calde e rassicuranti. 

Questo presepe è frutto delle nostre capacità, è la prima volta che lo facciamo - spiegano -. Ma siamo abituati a venirci incontro per le esigenze quotidiane, aiutandoci ogniqualvolta ce ne sia bisogno. Una pratica che, durante il lockdown, è stata fondamentale”. 

A ‘benedire’ l’opera del buon vicinato, anche il coordinatore alle politiche sociali della Circoscrizione 2 Vincenzo Camarda: “A Mirafiori e Santa Rita esistono diverse realtà come questa, l’auto mutuo aiuto all’interno delle abitazioni è molto diffuso. Mi piacerebbe anzi, che via Guido Reni 212 si strutturasse come vero e proprio condominio solidale, seguendo l’esempio di luoghi analoghi in via Romolo Gessi o via Farinelli”.

Ma sono diversi i presepi ‘speciali’ che hanno visto la luce, nei vari quartieri, in occasione di questo Natale 2020 così anomalo e straniante. Per il secondo anno consecutivo, la Comunità di Mirafiori Sud ha dato vita al suo nell’ex macelleria sotto i portici di via Negarville, realizzato da Marina e Pino, con migliaia di luci e centinaia di statuine e casette. Lungo ben dodici metri, è visitabile gratuitamente fino al 7 gennaio 2021, dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.

Un’iniziativa dell’associazione Aris, all’intento del progetto “Mirafiori Così”, per rilanciare un luogo abbandonato nel segno della cultura e dell’aggregazione. 

Il titolo del presepe è emblematico, in tal senso: Per aspera ad astra, attraverso le difficoltà, fino alle stelle. Un invito a superare i momenti più duri e fare del nostro meglio, a impegnarci per raggiungere i risultati desiderati. “Un’esortazione - spiegano i suoi artefici - che ci tranquillizza in momenti di asperità, con la speranza di poter raggiungere le stelle. Facendo nostra quella determinazione e dedizione soprattutto nei momenti difficili”.

Anche la sindaca Chiara Appendino ha voluto recentemente visitare il presepe con la sua famiglia: “Un’opera artigianale che allieta e unisce il quartiere - ha commentato -: dato il periodo, il nome non potrebbe essere più ricco di significato. Il mio ringraziamento va quindi a tutti i cittadini che, anche attraverso questi piccoli e importanti gesti, valorizzano il luogo in cui vivono”.

Suggestivo, ricercato e di forte impatto visivo anche il presepe di Cavoretto, realizzato per il quarto anno consecutivo sulla collina del borgo e sostenuto dalla parrocchia San Pietro in Vincoli. Posizionato in piazza Freguglia, si estende per circa 50 metri di lunghezza, così come oltre 50 sono i personaggi che lo compongono, vestiti con tessuti e stoffe che ricordano gli abiti tipici dell’epoca. Ben visibile dalla strada, dalle 16.30 alle 22 è illuminato e animato da una musica natalizia di sottofondo. 

Visibile fino al 10 gennaio 2021, rappresenta un altro esempio di solidarietà e aiuto reciproco, cui hanno contribuito anche le piccole mani dei bambini dell’asilo Onorato Morelli. 

Manuela Marascio

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