Pinerolese - 24 dicembre 2020, 18:19

“Natale: il sogno diventa realtà!”, la riflessione di don Alex Moreira

Il parroco di San Maurizio di Pinerolo parla di un’opportunità per crescere, seguendo il pensiero del vescovo Olivero

Don Alex Moreira a fianco del vescovo Derio Olivero nel suo ingresso a San Maurizio (foto di Vita diocesana pinerolese)

Don Alex Moreira a fianco del vescovo nel suo ingresso a San Maurizio (foto di Vita diocesana pinerolese)

“Piazza pinerolese” ha chiesto alle Chiesa cattolica e quella valdese un contributo di riflessione in questo anno particolare. Di seguito il testo del parroco di San Maurizio di Pionerolo don Alex Moreira

 

Amici carissimi,

un Natale diverso quest’anno 2020. Il nostro vescovo Derio in questo periodo non si stanca di insistere, invitandoci a vivere questo tempo di pandemia non soltanto come un momento che passerà, ma viverlo come un’occasione perché ne usciamo persone migliori. Il tempo dell'epidemia Covid non è una parentesi, anche questo Natale deve essere per noi un’opportunità per crescere.

Il Natale è sempre novità, la venuta del Figlio di Dio in questa nostra carne umana ci vuole sempre sorprendere, coinvolgere, “disturbare”, rimettere in cammino… Ma l’esperienza della pandemia ci pone in una situazione inedita, volenti o nolenti, in qualunque modo possiamo esserne stati coinvolti. Certo non possiamo parlare solo di questo: situazioni di povertà materiale, morale, spirituale ce n’erano prima e ce ne saranno sempre. Fame e sete di vita, di amore, di fraternità, di autenticità, di solidarietà ce n’erano e ce ne saranno.

La pandemia, oltre alle situazioni di malattia, morte e precarietà economica che ha generato o accentuato, ha contribuito a porre in luce forse in modo più forte tanti sentimenti: chiusure, paure, preoccupazioni, meccanismi di difesa, individualismi, egoismi, superficialità… Però può aver anche fatto emergere o risaltare atteggiamenti diversi e positivi: il riconoscersi più chiaramente fragili e bisognosi dell’aiuto di Dio e dell’aiuto dei fratelli, un contatto più assiduo con il prossimo che può aver favorito una migliore conoscenza, non solo dei loro difetti, ma anche delle loro qualità e doni, la riscoperta del valore del tempo come dono prezioso da vivere più intensamente, il renderci conto con una nuova consapevolezza delle povertà che toccano tanti nostri fratelli e sorelle e, nello stesso tempo, il comprendere che non possiamo vivere come se niente fosse senza avere una maggiore attenzione ai nostri consumi, all’uso delle nostre cose, ad una più autentica sobrietà per una più concreta solidarietà. È un tempo strano quello che stiamo vivendo… difficile ed amaro per certi versi, fecondo ed opportuno per certi altri.

E allora bisogna inventare forme nuove, gesti alternativi per creare “comunità” in modo diverso.

Questo Natale 2020 è sì diverso, ma porta qualcosa di nuovo nella nostra storia. Sì, certo, forse ci mancherà una liturgia, un rito celebrativo e anche la presenza dei nostri famigliari ma… se il Natale è una vita donata, un gesto di comunione e di responsabilità sulla vita dei fratelli, è comunione con una storia più grande di noi… allora questo Natale lo possiamo vivere ogni giorno nella vicinanza e solidarietà con un mondo che soffre e che vive il dramma di uno scontro quotidiano con la morte e non solo a causa del virus ma anche a motivo di ogni gesto di violenza, di ingiustizia e di intolleranza che continuamente si compiono sia verso altri uomini e donne sia verso la creazione.

E allora Natale è non dimenticare, è intercessione, è presentare al Padre il grido e la fatica di tanti altri e di tante altre. Vivere il Natale come rendimento di grazie, occorre che impariamo a far entrare ogni gesto di chi si schiera per la vita e per custodire la salute degli altri. Natale è lodare e benedire il Signore per quanti e per quante dedicano passione ed attenzione verso ammalati e gente in difficoltà. Pensiamo a medici ed infermieri, ma anche a chi, giorno per giorno, deve gestire una nazione in un momento così delicato; pensiamo ad operatori sanitari, a politici, ma anche a tanto volontariato. Natale come concretezza in un servizio coraggioso e a volte anche rischioso.

Ed anche aiutare a capire che vivere questo tempo in solitudine, nello starcene a casa, nell’evitare contatti … anche questo è Natale; perché ci vogliamo bene anche se stiamo lontani; il non incontrarci è un atto che compiamo per proteggerci e per salvaguardare la salute e la vita dell’altro.

Mi piace allora ricordare quanto dice papa Francesco nell’Enciclica “Fratelli Tutti”:

«…Il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno. Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti»… (FT 11). «Le persone non sono più sentite come un valore primario da rispettare e tutelare, specie se povere o disabili, se “non servono ancora” - come i nascituri -, o “non servono più” - come gli anziani. Siamo diventati insensibili ad ogni forma di spreco, a partire da quello alimentare, che è tra i più deprecabili» (FT 18).

«L’isolamento e la chiusura in se stessi o nei propri interessi non sono mai la via per ridare speranza e operare un rinnovamento, ma è la vicinanza, è la cultura dell’incontro. L’isolamento, no; vicinanza, sì. Cultura dello scontro, no; cultura dell’incontro, sì» (FT 30).

…«Come sarebbe bello se, mentre scopriamo nuovi pianeti lontani, riscoprissimo i bisogni del fratello e della sorella che mi stanno attorno!» (FT 31).

Fratelli carissimi, il Dio fatto uomo trasformi ancora i nostri cuori per renderli più umili, solidali con ogni persona e con la stessa casa comune del creato, attenti all’altro che è sempre “carne della mia carne” (FT 8), capaci di intravedere e sognare percorsi di nuova fraternità, senza limiti, senza preconcetti, senza chiusure, senza paure che bloccano.

Vi auguro di cuore di vivere la grazia del Santo Natale attingendo abbondantemente alla sua fecondità per essere tutti testimoni e annunciatori della speranza vera, quella di cui il mondo ha sempre e ancor più urgentemente bisogno oggi.

Alex Moreira

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