Economia e lavoro - 07 gennaio 2021, 19:03

Iveco prende la strada della Cina, la Grande Muraglia spaventa i sindacati: "Fulmine a ciel sereno, intervenga la politica"

Fim, Fiom e Uilm sia a livello nazionale che locale preoccupati dalla possibile cessione di camion e mezzi pesanti a Faw Jiefang

Mezzo pesante in strada

Trattative in corso per Iveco verso Faw Jiefang

I mezzi pesanti Iveco lungo la via che porta a Oriente. Per la precisione in Cina, dove ha sede Faw Jiefang, ovvero il più grande produttore di camion nel Paese della Muraglia. E' la notizia che nelle ultime ore è letteralmente deflagrata a livello nazionale per quanto riguarda il settore automotive, ma che chiaramente ha ripercussioni forti anche (se non soprattutto) a Torino.

Ecco perché i sindacati già in mattinata avevano chiesto a Cnh un incontro urgente, in videoconferenza, per conoscere il destino (o quanto meno le intenzioni) di un marchio storico come questo, visto che nel "pacchetto" con direzione Cina ci sarebbe anche una parte di Fpt. Il timore principale, ovviamente, riguarda gli effetti sugli stabilimenti e sull'occupazione. "E' incredibile che il Governo non convochi immediatamente Cnh Industrial visto che si tratta di un'azienda strategica", commenta Michele De Palma, responsabile auto per Fiom Cgil nazionale. "Una notizia che ci preoccupa - aveva aggiunto Ferdinando Uliano, segretario nazionale di Fim Cisl - perché potrebbe avere impatti sugli assetti societari". E Gianluca Ficco (Uilm) ha aggiunto "Vicende così importanti per i lavoratori devono essere oggetto di un confronto sindacale". 

Incontro che poi si è concretizzato, nel primo pomeriggio, come racconta Edi Lazzi, segretario provinciale di Fiom Cgil: "La direzione aziendale conferma che è in corso una trattativa. Abbiamo chiesto di monitorare l'andamento della trattativa stessa perché vogliamo garanzie per gli stabilimenti italiani, in particolar modo per quelli torinesi e per il mantenimento dell'occupazione. Certo che se l'Iveco dovesse essere venduta un altro pezzo di industria italiana andrà sotto il controllo di multinazionali straniere con il rischio che altre importanti produzioni possano emigrare dal nostro Paese".

E anche a livello locale le preoccupazioni non mancano: "La notizia di una possibile cessione lascia perplessi sia nei modi che nei contenuti - dice Davide Provenzano, segretario generale di Fim Cisl per Torino e provincia -. Un fulmine a ciel sereno che arriva in un momento delicato dove con CNHI il sindacato sta affrontando una partita complicata di ristrutturazione e che ci vede impegnati a San Mauro nella gestione della trasformazione del sito in un nuovo hub logistico. L’implicazione di una vendita di Iveco e se confermata una cessione di quote di FPT, rende la situazione potenzialmente problematica, occorre ricordare come a Torino la parte Industrial sia molto importante e proprio FPT ne è il cuore".

"Come Fim Cisl - conclude - chiediamo che insieme al sindacato si muova anche la politica locale per delineare meglio i dettagli di una vicenda ancora non chiara e che insinua dubbi in un momento di transizione molto delicato".

Massimiliano Sciullo

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