Politica - 01 febbraio 2021, 14:42

Condanna ad Appendino, quote rosa e alleanza con i Cinque Stelle: Lo Russo e Salizzoni, due candidati sindaci opposti nel centrosinistra

Tante le differenze tra il capogruppo in Consiglio comunale e il vice presidente del Consiglio regionale, confrontatisi nel dibattito organizzato dai Moderati e dalla Lista Civica Monviso: più determinato il primo, cauto e legato alla carriera da medico il secondo

Stefano Lo Russo e Mauro Salizzoni a confronto

Stefano Lo Russo e Mauro Salizzoni

Poli opposti. Le foto di rito non devono trarre in inganno: se i gomiti che si sfiorano appena sembrano indicare un’apparente vicinanza, il dibattito organizzato dai Moderati e Lista Civica Monviso tra Stefano Lo Russo e Mauro Salizzoni ha palesato le differenze abissali tra i due candidati sindaci del centrosinistra.

Più determinato e “pronto” a sedersi sulla poltrona di primo cittadino il capogruppo del Partito Democratico, maggiormente propenso a “mettersi al servizio della città” e ancorato al passato da guru dei trapianti il vice presidente del Consiglio regionale. Due anime differenti dello stesso centrosinistra. A dividerli, visioni differenti sia sui temi che sull’approccio.

Un esempio lampante di questa discrepanza? Il commento alla sentenza di piazza San Carlo che ha visto la sindaca Appendino esser condannata a un anno e 6 mesi: “Diventa difficile e pericoloso fare il sindaco in queste condizioni. Io stesso ho avuto quasi paura dopo aver letto la sentenza, l’entusiasmo è scemato per qualche secondo prima di ritornare”, ha ammesso Salizzoni. Meno soft il pensiero di Lo Russo: “La vicinanza va alle due vittime di quella sera e agli oltre 1500 feriti. Non sono abituato a commentare le sentenze, ma credo sia utile attendere le motivazioni. I commenti politici devono arrivare dopo, prima è necessario capire quali siano le ragioni per la quale la sindaca Appendino è stata condannata. In ogni caso a lei va la mia vicinanza umana”.

Completamente in antitesi anche l’idea sulla squadra di Governo da formare in caso di elezione a sindaco di Torino e sul rispetto delle quote rosa: “Compatibilmente con gli equilibri politici, in Giunta punterei ad avere una maggioranza di genere femminile, con un vice sindaco donna”, ha ammesso Lo Russo. “Attenzione però, la questione di genere non si risolve solo cosi: è una questione che tiene banco in molte cose,  come la politica del lavoro e le politiche retributive. Insomma, serve un ragionamento più ampio” è il pensiero del capogruppo. Salizzoni, dal canto suo, fatica a immaginare un vice sindaco donna, dal momento che lui stesso non si vede a ogni costo primo cittadino: “Potrebbe esserci una sindaca. In ogni caso non farei queste differenze, l’uguaglianza di genere mi impone di non farlo: quello che posso dire è che ho avuto la grande fortuna di poter lavorare presso il centro di trapianto del fegato con un team composto da 14 donne”.

C’è poi il tema di un’ipotetica alleanza con i Cinque Stelle in caso di ballottaggio, in una sorta di dinamica che ricalchi le posizioni consolidate a livello nazionale, con il Governo giallorosso: “Io penso e credo che oggi la parola si discontinuità rispetto al M5s torinese. Il prossimo sindaco non cestinerà tutto e non terrà tutto, ma credo che il progetto del centrosinistra non debba essere ambiguo. In caso di ballottaggio? E’ premauturo discutere di strategie elettorali per il ballottaggio: si tratta di un’altra partita, ma bisognerà guardare alla città”, ha ribadito Lo Russo. Più cauto Salizzoni: “Non ho mai fatto battaglie contro qualcuno, nemmeno contro il M5s, seppur non ne abbia quasi mai condiviso le proposte. Ho già ricordato come i 5 Stelle abbiano avuto una funzione storica, quella di averci salvato dal movimento dei forconi, perché hanno incanalato una rabbia diffusa”. “Distacco dagli ultimi cinque anni? Sembra sia avvenuta una disgrazia da cui liberarci al più presto: quello che è avvenuto, è avvenuto perché i cittadini hanno votato i 5 Stelle e soprattutto gli amministratori non hanno ben capito la situazione”.  Il fatto che tra quegli amministratori ci fosse Stefano Lo Russo, assessore all’Urbanistica della Giunta Fassino, non è un caso. E’ una stoccata che evidenzia la grande differenza tra i due candidati sindaci del centrosinistra.

Per trovare un punto di incontro tra Lo Russo e Salizzoni è necessario spostarsi “fuori” Torino, a qualche km di distanza rispetto al capoluogo piemontese: in Val di Susa. La Tav, infatti, viene vista da entrambi come un’opera imprescindibile per lo sviluppo della città della Mole. “Va fatta”  è il commento di Salizzoni. “Se farò il sindaco proporrò di rientrare nell’osservatorio già nella prima delibera di Giunta”.

"Dopo l’incontro di questa mattina, non posso che esprimere grande soddisfazione per il raggiungimento dell’obiettivo che ci eravamo fissati, cioè conoscere e scoprire l’idea di città che i candidati sindaco hanno", ha detto Mario Giaccone, leader lista civica Monviso. "L'incontro è stato molto chiarificatore e ricco di spunti ed elementi utili per poter decidere quale candidato sostenere: ci esprimeremo pubblicamente sulla personalità che riterremo essere la più adatta a amministrare Torino nei prossimi 5 anni e a dare quindi un nuovo slancio alla nostra città dopo il confronto pubblico con gli altri candidati".

Andrea Parisotto

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