E’ partita oggi e durerà sino al 15 febbraio una giornata della raccolta del Farmaco lunga una settimana. In un anno particolare, segnato dalla pandemia e con una sempre maggiore richiesta di farmaci, sono 264 le farmacie che a Torino hanno aderito a un’iniziativa volta a tendere la mano a chi non può permettersi un farmaco, una medicina, una cura.
“Quando uno compra medicina di solito non è mai felice, vuol dire che gli servono a curare se stesso o un proprio caro da qualche male. Questa è un’occasione per farlo con serenità, nel rispetto di quanto abbiamo imparato quest’anno: la salute è importante, abbiamo imparato che la solidarietà è fondamentale e abbiamo bisogno l’uno degli altri”, ha spiegato il presidente della Regione Alberto Cirio, intervenuto in una farmacia di via Roma.
“L’idea - ha affermato il Governatore - è comprare un farmaco per qualcun altro. Sarà donato a chi no dovrà più decidere se mangiare o curarsi: non è un’iperbole, è una triste e grave verità. Possiamo fare solidarietà sotto casa”.
“E’ 21 anni che il Banco Farmaceutico organizza la giornata nazionale di raccolta: abbiamo deciso di prolungarla per una settimana perché l’emergenza sanitaria ha accresciuto il bisogno. A Torino ci sono 264 farmacie che aderiscono, 5.000 in Italia e 540 in Piemonte” ha ricordato la presidente del Banco Farmaceutico, Clara Cairola Mellano.
Visto il contesto, centrale diventa il ruolo dei farmacisti: “Ci siamo resi disponibili anche quest’anno, un anno difficile. Siamo in piena emergenza Covid e i volontari non possono entrare in farmacia: organizzeremo noi, anche se le giornate sono diventate 7 ed è più impegnativo”, ha raccontato Giorgio Vecco, titolare della farmacia di via Roma.
“Come Presidente di Ordine e come torinese sono orgoglioso che l’adesione dei colleghi alla Giornata di Raccolta del Farmaco nella nostra città aumenti di anno in anno, a dimostrazione della sensibilità della categoria e dell’attenzione che per lunga tradizione i piemontesi hanno nei confronti di chi è in difficoltà”, è il commento di Mario Giaccone, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Torino e provincia.
In Italia ci sono quasi due milioni di famiglie e 5 milioni di individui che vivono in condizioni di povertà assoluta. Secondo l’8° Rapporto sulla Povertà Sanitaria di Banco Farmaceutico, nel 2020 434.000 persone indigenti hanno avuto bisogno di medicinali, ma non hanno potuto acquistarli per ragioni economiche. 173.000 di essi hanno rinunciato a curarsi perché - impauriti dal Covid - non hanno chiesto aiuto agli enti assistenziali. Oppure, hanno chiesto aiuto ma gli enti che fornivano loro sostegno, avevano subito l’impatto della pandemia: il 40,6% ha sospeso alcuni servizi, il 5,9% ha chiuso e non ha ancora riaperto. Gli indigenti, quindi, sono stati ulteriormente deprivati della necessaria protezione sociale. Non bisogna dimenticare che, chi è povero, può spendere, per le medicine, circa un quarto rispetto al resto della popolazione: solo 6,38 euro al mese, contro 28,18 euro.