Pinerolese - 13 febbraio 2021, 12:13

La notte dei fuochi delle valli valdesi sarà sobria, prudente e anche social

Sospesi lo scorso anno a causa dello stato di massima pericolosità di incendi boschivi, non tuti i falò si riaccenderanno il 16 febbraio

Falò valdese

Immagine di repertorio

C’è chi lo accenderà come ai vecchi tempi, chi invece si ritroverà per una fiaccolata statica, chi ancora seguirà la combustione dei grossi cumuli di legna solo sullo schermo. I tradizionali falò che la notte del 16 febbraio illuminavano le valli Pellice, Germanasca e Chisone, per celebrare la ricorrenza del XVII febbraio, quest’anno saranno pochi perché, nel rispetto dei limiti agli assembramenti e alle norme sul distanziamento, ci sono Chiese locali e Amministrazioni comunali che hanno deciso di non correre il rischio di alimentare i contagi.

Sospesi già lo scorso anno per lo stato di massima pericolosità di incendi boschivi, i falò vengono tradizionalmente accesi alla vigilia dell’anniversario della conquista dei diritti civili e politici per le comunità valdesi, grazie alle lettere patenti firmate il 17 febbraio 1848 dal re Carlo Alberto. “Sebbene la luce di fuochi rappresenti la libertà che è generalmente irrinunciabile, in questo caso il bene comune deve prevalere su ogni tipo di manifestazione. Si faranno quindi con sobrietà solo piccole celebrazioni” annuncia Mauro Pons, presidente della commissione esecutiva del I distretto che riunisce le Chiese delle valli valdesi. A decidere se accendere o meno i fuochi sono i Concistori, gruppi di fedeli presenti in ogni Chiesa a cui sono affidati i compiti amministrativi, di concerto con i Comuni di riferimento.

Ma non si tratta di una decisione facile. “Attraverso le Unioni montane a gennaio abbiamo interpellato la Prefettura per capire se fosse possibile svolgere le manifestazioni del 16 e 17 febbraio. Inizialmente, dalla lettura della risposta, ci era parso di capire che tutto potesse essere svolto come da tradizione – ammette Pons –– ma poi abbiamo capito che è necessario stare più attenti perché il sindaco o il presidente del Concistoro verrebbero chiamati a rispondere penalmente, in caso non venissero rispettate tutte le condizioni per evitare i contagi”.

Così, mentre a Luserna San Giovanni, tutto si svolgerà in modo molto simile al passato – ci sarà il corteo fino alla località Stallé dove assieme alla Chiesa di Angrogna si accenderà il falò – a pochi chilometri di distanza, Torre Pellice ha preferito ripiegare su una fiaccolata statica nel cortile del Tempio di via Beckwith.

Anche Pinerolo rinuncia al suo falò, acceso lo scorso anno in piazza D’Armi: “Difficile garantire il distanziamento in quel caso. L’anno scorso avevano partecipato circa 2.000 persone” ricorda Pons. Nei paesi più piccoli, invece, sembrano esserci le condizioni tali per mantenere le distanze attorno al fuoco: “A Prali si farà in riva al torrente, dove lo spazio a disposizione è molto, così come a Bobbio Pellice, nel piano del Sibaud”.

A Pomaretto, invece, l’idea più originale: per evitare gli assembramenti l’accensione del grande falò dell’inverso è prevista alle 22, quando scatta il coprifuoco, ma sarà trasmessa in streaming sulla pagina Facebook: www.facebook.com/vivipomaretto/ con apertura del collegamento alle 21,50. Inoltre: “Alle 20 suoneranno le campane in paese e le famiglie sono invitate a accendere le candele alle finestre” aggiunge Pons.

Sono stati prudenti fin da subito il Concistoro e il Comune di San Germano Chisone decidendo di non accendere il fuoco mentre a San Secondo di Pinerolo sono state date indicazioni ai fedeli per partecipare in sicurezza a un falò all’interno di una proprietà privata. Anche alla Gioietta, storica ‘enclave’ valdese nella campagna bricherasiese, si accenderà il falò, “ma sarà di dimensioni ridotte e ci sarà una squadra dell’Aib (Antincendi Boschivi, ndr) per gestire il tutto” rivela Pons.

Niente vieterà comunque alle singole famiglie di accendere il proprio fuoco all’interno di una proprietà privata ma Pons invita al buon senso: “Si spera che, se la gente decide di incontrarsi, lo faccia in piccoli numeri”.

Tornando ai falò ufficiali, organizzati dalle Chiese, andranno rispettate alcune regole: “Dovranno essere accesi alle 20 e si prevede che i cumuli saranno abbastanza piccoli da bruciare per le 21 in modo che i partecipanti possano rincasare entro le 22 – sottolinea Pons –. Sarà vietata la classica distribuzione di vin brulé come di qualsiasi cibo o bevanda”.

Dal momento che alcune Chiese devono ancora prendere la decisione circa l’accensione o meno, il consiglio per i fedeli nella serata del 16 è di verificare prima di partire, come avverte Pons: “È necessario tenere d’occhio le comunicazioni ufficiali delle singole Chiese e nel dubbio chiamare il pastore di riferimento”.

Elisa Rollino

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