Da ieri il guado sul Pellice è di nuovo transitabile. La Città metropolitana ha concluso i lavori che ne hanno modificato la capacità di rispondere alle piene del torrente, ma Cavour ha rilanciato in Regione l’idea di un ponte che risolva definitivamente la situazione.
Il guado sorge sulla Provinciale 152 che collega Vigone a Cavour, una strada che passa per Zucchea, una frazione particolare perché divisa su più Comuni, tra cui appunto Cavour.
Le alluvioni degli scorsi anni, in particolar modo del 2008, 2015 e 2018, hanno danneggiato più volte la struttura e stavolta la Città metropolitana ha pensato a un approccio differente, con il cantiere iniziato il 9 novembre.
“Il progetto da 450mila euro era finalizzato non solo al ripristino, ma anche al miglioramento dell’efficienza idraulica del guado” spiega il consigliere metropolitano delegato ai lavori pubblici, Fabio Bianco.
La ditta Godino Escavazioni S.r.l. ha inserito degli scatolari che consentono un maggior deflusso delle acque, dei detriti e dei tronchi. L’idea è di concentrare la pressione della corrente nella parte centrale per poter avere danni programmati e un ripristino più agevole dopo un’alluvione.
Il sindaco di Cavour Sergio Paschetta, però, ha rilanciato l’idea di realizzare un ponte in quel tratto: “La soluzione è gradita anche all’Aipo (ex Magistrato del Po), perché il guado costituisce una barriera fisica che non consente alla fauna ittica di spostarsi lungo tutto il corso del torrente”. Ci sarebbe quindi un vantaggio viabile e uno ambientale.
La proposta è stata rilanciata mercoledì 23 febbraio, quando Paschetta e i sindaci di Bricherasio e Garzigliana, Simone Ballari e Lidia Alloa, hanno incontrato l’assessore regionale Marco Gabusi, con i tecnici, il consigliere Paolo Ruzzola e l’Aipo.
In quella sede si è parlato di un piano di 4 interventi, per una spesa complessiva di 1 milione e 200 mila euro che metterebbero al sicuro dagli allagamenti diverse della zona: Zucchea, Castellazzo, Gemerello, Babano, Cappella del Bosco, Alberetti e Case Nuove. I sindaci attendono ora una versione definitiva del progetto, dopo aver chiesto alla Regione di cancellare la creazione di un canalone di 1.200 metri per 40, nel primo tratto di intervento. Canale che temevano non servisse a far defluire le acque, ma a favorire allagamenti.