Scuola e formazione - 11 marzo 2021, 17:43

Dalle superiori all'Università: un bivio che non si può sbagliare (nonostante la Dad). Ecco perché UniTo schiera i suoi "ambasciatori"

Al via il progetto che affianca l'ateneo alla Regione e all'Ufficio scolastico: un ruolo da protagonisti è per gli insegnanti, che devono formare i ragazzi a evitare errori al momento della scelta. Geuna: "Cogliere il segnale di chi abbandona o rimane subito indietro con gli esami"

Palazzo Nuovo

Palazzo Nuovo, sede storica dell'Università degli Studi di Torino

Si chiama “Ambasciatori per le scuole” il progetto voluto dall’Università degli studi di Torino in collaborazione con Regione e l’Ufficio Scolastico Regionale per rafforzare l’alleanza tra Scuola e Università e accompagnare gli studenti verso una scelta più consapevole del percorso universitario.
L'obiettivo è quello di favorire una maggiore capacità di conoscenza e competenza proprio per poter scegliere la strada migliore, progettando il futuro con minori rischi di errori e ripensamenti.

D'altra parte, la platea di coloro che hanno bisogno di questi strumenti è rappresentata dalle percentuali di coloro che abbandonano gli studi o che, nel corso del primo anno di Università, restano indietro con gli esami. Secondi le ultime rilevazioni, il tasso di abbandono tra primo e secondo anno è stato nel 2019 dell'11,5%, in calo rispetto al 17,28 del 2018 e al 18,33% del 2017.

I professori delle superiori come "alleati"

In concreto, si tratta di due percorsi di formazione "speciali" rivolti agli insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado della Regione Piemonte per approfondire i criteri di scelta degli adolescenti, riconoscere le strategie disfunzionali, gli errori più frequenti nella scelta, i diversi modelli e approcci all’orientamento anche attraverso la didattica e offrire gli strumenti più appropriati da utilizzare a scuola. 

Il modulo “Gli Ambasciatori Unito nelle scuole” è il percorso formativo in 5 moduli che aiuterà ad approfondire le strategie di scelta, mettendo in luce la normativa di riferimento e gli errori più frequenti, lo sviluppo delle competenze incluse quelle trasversali, permetterà di esplorare le professioni in continuità con il progetto di studi e approfondire un campo disciplinare specifico.

Il percorso “Gli Ambasciatori Start@Unito nelle scuole” invece è un’occasione di formazione attiva che prevede una sperimentazione di didattica innovativa capace di orientare attraverso l’utilizzo della piattaforma web Start@UniTo che raccoglie 50 insegnamenti online open, accessibili liberamente a tutti.

Il Percorso, articolato sempre in 5 moduli, prevede la presentazione, guida e utilizzo della piattaforma web Start@UniTo e mette in risalto la sperimentazione didattica come attività di orientamento. Si intende costruire una continuità tra i due livelli di istruzione.

"Orientare è una sfida ancora più importante, ai tempi del Covid"

"La formazione dei giovani è una grande sfida e missione che abbiamo - dice Stefano Geuna, rettore dell’Università di Torino -, soprattutto in un momento di grande difficoltà come questo: i ragazzi devono trovare la strada migliore per il loro futuro e della loro famiglia, ma l'Università è solo l'ultimo miglio, cui si approda dopo un percorso più lungo e complesso. Anche se la formazione ormai va ben oltre la laurea".

"Crediamo profondamente in questa iniziativa - prosegue Geuna -: nel percorso formativo i nodi più complessi sono proprio i passaggi da un ciclo all'altro e il passaggio all'università è uno di quelli. Un passaggio epocale, per tutti: cambiano i modelli, i paradigmi di insegnamento e si ragiona in una prospettiva diversa, proiettandosi sempre di più verso un futuro adulto".

"L'orientamento è un'enorme sfida, soprattutto in un momento come questo che è di doppio cambiamento: uno legato al progresso in sé e l'altro per effetto della pandemia, che ha fatto emergere in modo anche violento la necessità di nuove figure professionali e nuovi lavori - aggiunge Elena Chiorino, assessore regionale all’Istruzione, Lavoro, Formazione professionale, Diritto allo Studio universitario -. Il percorso di studi è sempre all'interno di un'offerta piuttosto vasta, ma dobbiamo incrociare sempre meglio domanda e offerta: ecco perché bisogna operare sull'orientamento".

"L'alleanza tra scuola e università è strategica - sottolinea Fabrizio Manca, direttore generale Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte - utile allo sviluppo territoriale e con Ambasciatori si coglie un aspetto dell'orientamento che non è solo informazione, ma che diventa uno snodo strategico della formazione dei nostri ragazzi. Inoltre è molto importante la contaminazione tra i docenti universitari e quelli della scuola: una collaborazione costruttiva tra educatori".

Si comincia oggi con i primi 35 docenti delle superiori, mentre online ci sono già 50 corsi

Attualmente gli insegnanti coinvolti sono 35 e il primo appuntamento si terrà già oggi. "Bisogna arrivare agli studenti più fragili o più indecisi, quelli che magari facciamo più fatica a intercettare noi come ateneo, in occasione dei nostri eventi di orientamento - Paola Ricchiardi, docente di Pedagogia Sperimentale e Coordinatrice “Ambasciatori Unito nelle scuole” -. Partiamo da un numero ristretto per poter interagire con loro e modellare al meglio il progetto per i passaggi successivi, allargando la platea".

"L'utilizzo della piattaforma che propone 50 insegnamenti del primo anno, accessibili a tutti, rappresenta un caso unico sulla scena europea - conclude Marina Marchisio, delegata del Rettore per lo sviluppo e la promozione delle strategie di Digital Education dell'Ateneo e Coordinatrice “Ambasciatori Start@Unito nelle scuole” - e sarà possibile anche raccogliere consigli e segnalazioni da parte degli insegnanti delle scuole superiori".

L'incognita della Dad negli ultimi due anni: "Ma siamo pronti"

"La didattica a distanza sta determinando un deficit di apprendimento - commentano Geuna e Manca - nonostante il grandissimo lavoro che i docenti hanno fatto e stanno facendo, quindi sicuramente una didattica orientativa che si inserisca in questo contesto così complicato non potrà che aiutare a fare una scelta più consapevole del percorso universitario"."La preparazione degli studenti in questi ultimi anni dovremo misurarla tramite i test invalsi, per capire quanto manchi e come intervenire per il necessario recupero", conclude Manca.

"Non siamo preoccupati: abbiamo gli strumenti per compensare eventuali carenze, se la scelta effettuata dai ragazzi è quella giusta", assicura Geuna. "E' più preoccupante una persona preparatissima, ma che sbaglia il percorso di studi".

Massimiliano Sciullo

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