Economia e lavoro - 19 marzo 2021, 15:45

Pandemia e lavoro: ora l'emergenza è su chi è guarito: "Recuperare chi ha avuto il Covid e ne paga ancora le conseguenze"

L'appello del direttore Inail Piemonte: "Pronti bandi regionali per strutture che facciano riabilitazione: se vogliamo ripartire, c'è bisogno di tutti". Ma i sindacati ammoniscono: "Bene i protocolli, ma devono poi essere davvero applicati. E poi si dovranno gestire smart working e crisi, oltre alle disparità"

Pandemia e lavoro: ora l'emergenza è su chi è guarito: "Recuperare chi ha avuto il Covid e ne paga ancora le conseguenze"

Un anno di Covid, in tutto il pianeta, vuol dire anche un anno di Covid nel mondo del lavoro: luoghi in cui la necessità di mandare avanti il sistema spesso si è scontrata con il diritto alla salute, i timori, le difficoltà e anche i contagi. Anche a Torino e in Piemonte. Ma accanto alla memoria di chi non c'è più, sono soprattutto il presente e il futuro a richiedere analisi e pianificazione. E' questo il filo rosso che ha condotto l'incontro su Covid e lavoro organizzato nell'ambito della prima edizione della Settimana della Resilienza, organizzata in occasione della prima Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da Covid-19 da Sicurezza e Lavoro.

"Siamo passati in un anno dalla scarsa consapevolezza al timore verso un nemico invisibile. C'era timore soprattutto per i lavoratori della sanità - ricorda Giovanni Asaro, direttore generale Inail Piemonte -. Con le prime interpretazioni governative, già da aprile le conseguenze del Covid sono state prese in carico come infortunio sul lavoro. Ora bisognerà occuparsi di chi ha contratto il virus ed è guarito, ma gli strascichi spesso vanno oltre la positività. Abbiamo avviato un bando a livello regionale per strutture che possano garantire progetti di tutela e riabilitativi per le persone che hanno avuto il Covid e che sono guariti, ma che ne portano ancora le conseguenze. Per fare ripartire il Paese serve il contributo di tutti".

I sindacati: "Non è finita: applicare i protocolli e governare la crisi"

"La vicenda è tutt'altro che risolta - commenta Federico Bellono, della segreteria Cgil Torino -: ricordiamo le vittime del Covid, ma le morti fanno ancora parte della cronaca quotidiana. Per un certo lasso di tempo si pensava che la situazione si sarebbe conclusa nel giro di pochi mesi e invece ne siamo ancora drammaticamente accompagnati. Il tema della salute e della sicurezza deve rimanere una priorità: un concetto di buonsenso, ma che soprattutto nella fase di avvio della pandemia non è stato così scontato. Non è stato chiaro a tutti, fin dall'inizio, quale fosse la priorità. Per non parlare del mondo delle rsa, dove gli effetti della pandemia sono stati ancora più drammatici. Infine, anche nel momento in cui sembrava che il contagio regredisse, si è fatto poco per avvantaggiarsi su trasporti e scuole, dove oggi pagano il conto sia gli insegnanti, sia i ragazzi".

E ancora adesso la situazione è dura: "Un conto sono i protocolli - ammonisce Bellono - un altro la loro applicazione. In aziende anche grandi ci sono situazioni che non sono risolte, con spogliatoi e docce ancora non utilizzabili anche in fabbriche in cui i lavoratori hanno esigenze di igiene importanti. Se i vaccini sono la luce in fondo al tunnel, non dobbiamo abbassare la guardia".

Ci saranno poi cambiamenti anche radicali del mondo del lavoro: "che non vanno affrontati con superficialità - conclude Bellono -. Dallo smart working agli infortuni, che potranno avere conseguenze future che oggi sono tutt'altro che chiare. E poi la crisi: oggi in parte contenuta dagli ammortizzatori sociali e dal blocco ai licenziamenti, ma è un'eredità con cui dovremo fare i conti nei prossimi mesi. Molti precari hanno già perso il posto e altri potrebbero perderlo in futuro".

"Non è stata tutta una fatalità inevitabile - sottolinea Cristina Maccari, segreteria Cisl Torino e Canavese -: in parte anche i nostri comportamenti hanno contribuito a crearne le condizioni. Ma anche le conseguenze sono state particolarmente gravi per nostre mancanze. Per esempio, è chiaro che non si possono più ignorare i messaggi provenienti dalla scienza sul tema dell'ambiente. Ma anche le disuguaglianze sono una tematica che va affrontata: la pandemia non è stata democratica: ha colpito soprattutto i più fragili e chi aveva minore opportunità di accedere alle cure, rimanendo più esposti e morendo di più. Anche in quest'ottica una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali non è più rinviabile. Infine, il sistema sanitario: deve diventare davvero efficace, dopo anni nel segno del risparmio che ci ha reso fragili e impreparati".

"Le difficoltà all'impatto della pandemia furono legate anche a un sistema stressato dal piano di rientro - dice Francesco Lo Grasso, segreteria Uil Torino e Piemonte - oltre che impoverito dalle competenze e dalle professionalità, visto che certi percorsi formativi non erano stati abbastanza supportati. La gestione delle rsa, in particolare, per alcune scelte sbagliate ha pagato un conto altissimo in termini di personale e di ospiti. Ora la situazione è migliorata: sono tante le strutture Covid-free, ma bisogna continuare a impegnarsi".
 

L'auspicio: "Imparare da quanto successo senza ripetere gli errori"

"Speriamo che la filiera del lavoro possa ripartire il prima possibile - dice Marco Giusta, assessore comunale ai Diritti - con un pensiero alle persone che abbiamo dovuto salutare, ma anche per chi in questo momento è in difficoltà e sta soffrendo per quanto riguarda il mondo del lavoro. Bisogna imparare da quanto successo quest'anno per non ripetere gli stessi errori".

 

Massimiliano Sciullo

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