Economia e lavoro - 30 marzo 2021, 19:55

Il turismo piemontese prova a guardare oltre la pandemia e per l'estate punta sulle "Holiday working" dal Nord Europa

L'iniziativa della Regione e di VisitPiemonte vuole attrarre flussi di visitatori dai Paesi "freddi" garantendo connessione web e servizi per lavorare a distanza. Borio (Federalberghi Torino): "Torino è pronta a fare la sua parte, per ripartire dalle difficoltà di oggi"

Persona davanti al pc

Il turismo piemontese vuole puntare sul turismo "lavorativo"

E se il Piemonte si proponesse sul mercato del turismo come mèta che mescola vacanza e lavoro? E' questa l'idea presentata dalla Regione alle associazioni del settore ricettivo, sotto il nome di "Holiday working". Un progetto targato VistPiemonte (la società in house della Regione e Unioncamere per la promozione del territorio).

Vacanze "smart" puntando sugli arrivi dai Paesi del Nord

L'obiettivo? Attirare nel nostro territorio 400mila pernottamenti in più al mese, puntando su quei Paesi in cui il clima è meno "tenero" e quindi la voglia di sole e di caldo cresce con più forza. Belgio, Danimarca, Germania, Olanda, Norvegia e Svezia, per dirne alcuni. Con offerte di una permanenza per un mese, in cui si garantisce (accanto allo svago) anche una perfetta fornitura di servizi per chi deve lavorare in formula "smart".

Certo, parlarne proprio in questi giorni in cui la ribalta è dedicata al ritorno (almeno a Torino) della tassa di soggiorno e alla possibilità (in tutta Italia) di poter volare all'estero, ma non di varcare i confini regionali, l'idea potrebbe sembrare un po' fuori dal tempo. Ma in questo caso si ragiona sulla prospettiva dell'estate, quando - si spera - l'ondata pandemica e l'emergenza potrebbero essere rientrate, grazie alla campagna vaccinale.

Sempre secondo le stime degli organizzatori, ricevendo soltanto lo 0,01% della popolazione dei 6 Paesi considerati, le nostre località turistiche potrebbero beneficiare di un incremento di quasi mezzo milione di pernottamenti, addirittura raddoppiabili aggiungendo all’elenco Francia, Inghilterra e Finlandia. Con potenziali ricadute positive anche sul resto della filiera turistica, come la ristorazione e la mobilità.

"Faremo leva sullo smart working come strumento per unire le attività ludiche con quelle lavorative per creare un posizionamento distintivo della nostra regione, per essere competitivi con altri paesi che si stanno attrezzando per la ripartenza del settore turistico – ha spiegato l’assessore regionale al Turismo, Vittoria Poggio -. In Piemonte ci sono territori di ineguagliabile bellezza sui quali operano già adesso strutture ricettive di grande pregio come alberghi o agriturismi capaci di soddisfare le esigenze di una clientela internazionale. L’Holiday Working è sicuramente una opportunità da cogliere per battere la concorrenza nella ripresa del settore al tempo della pandemia".

Al via un censimento, in cerca delle strutture più adatte

Con la collaborazione delle associazioni di categoria e delle Atl, nei prossimi mesi sarà fatto un censimento dell’elenco di strutture da promuovere in Italia e all’estero: tutte dovranno garantire standard di qualità come una buona connessione internet, la privacy e la sicurezza dei dati, se l'utente usa il Wi-Fi, e la disponibilità̀ di spazi di relax. Una prima fase di test potrebbe partire già in estate, per poi diventare un elemento strutturale dell’offerta piemontese.

Il progetto – coordinato da VisitPiemonte - vedrà il coinvolgimento anche di Anci, Uncem e altri attori territoriali, ed è stato accolto favorevolmente dal presidente di Federalberghi Piemonte, Alessandro Comoletti, dal presidente del Gruppo Turistico Alberghiero (GTA), Federico De Giuli e dalla presidente di Asshotel Giulia Beccaris.

Dedicato a professionisti anche con famiglia, e già sperimentato in alcune località europee, l’idea di sposare lavoro e turismo si sta rivelando una nuova fonte di guadagno per le regioni in grado di soddisfare questo tipo di clientela.

"Torino pronta a fare la sua parte"

Ma se questo è il futuro, resta un presente piuttosto controverso, con il quale il mondo alberghiero è costretto a convivere. "Come lo scorso anno, anche questa primavera è un momento molto difficile per il settore - spiega Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino - perché senza movimenti, diventa impossibile lavorare. E la possibilità di andare all'estero suona come una beffa".

"L'ipotesi dello smart working è una tipologia di proposta che da tempo abbiamo sviluppato, nelle nostre strutture, ma con questo progetto si compie senza dubbio un passo avanti, visto che al servizio si abbina anche la proposta di un territorio che sappia garantire anche motivi di interesse e svago", prosegue Borio, che aggiunge: "Ormai il lavoro e la vita privata si mescolano sempre di più, per chi ha la possibilità di lavorare a distanza e si tratta di una fetta di clientela importante. E' una prospettiva importante, magari non a partire da domani, ma sulla quale dobbiamo iniziare a prepararci".

E Torino, in tutto questo? "E' la location ideale per un turismo di questo genere, perché i servizi per una clientela business sono già molto sviluppati, ma al tempo stesso possiamo abbinare un'offerta leisure importante a livello di cultura, ambiente e attività".

 

Massimiliano Sciullo

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