"Il Governo mantenga l'impegno assunto sull'Istituto di Intelligenza Artificiale". È questo l'appello che lancia la sindaca Chiara Appendino, all'indomani dell'ultima bozza del Piano nazionale di ripresa dell'esecutivo Draghi in cui non compare l'I3A di Torino.
Una vera e propria beffa per il capoluogo piemontese, se fosse confermata questa ipotesi, dopo che lo scorso 4 settembre il Conte bis aveva scelto il capoluogo piemontese per ospitare questa realtà. Le mancate ricadute economiche sul nostro territorio rischiano di essere molto pesanti, dato che solo qualche settimana fa l'assessore all'Innovazione Marco Pironti parlava di 600 posti di lavoro creati e 80 milioni di investimenti.
L'appello di Appendino è che il Consiglio dei Ministri "fughi ogni dubbio emerso con la diffusione delle bozze relative ai progetti" del Piano Nazionale di ripresa e resilienza e che "già nel prossimo passaggio in Consiglio dei Ministri dedicato al piano nazionale per le opere e le progettualità da finanziare attraverso le risorse europee del recovery fund, confermi la scelta di Torino come sede di I3A, l’Istituto di intelligenza artificiale".
Già nelle scorse settimane il senatore Mauro Laus aveva denunciato che il capoluogo piemontese non avrebbe ospitato il nuovo centro di competenze tecnologiche. Un allarme che sembrava rientrato, come spiega Appendino, dopo "il parere sul Pnrr espresso in sede di commissione parlamentare".
"Non ci limitiamo ad alzare la soglia di attenzione, ma facciamo come Moderati appello al buonsenso - dichiara il capogruppo Silvio Magliano -. Per le Commissioni parlamentari la decisione è presa e non prendiamo neanche in considerazione un cambio di rotta in corsa, anche rispetto alla stessa decisione del Consiglio dei Ministri dello scorso settembre. Non possiamo accettare che la scelta di Torino sia subordinata a una gara o a un bando competitivo con altre Città candidate né che Torino sia trattata alla stregua degli altri sei centri. Mi auguro che l'assenza del riferimento a Torino nelle bozze relative ai progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza altro non sia che un secondo, per quanto grave, errore materiale, dopo l'analogo caso di un mese fa".
E conclude: "Non possiamo perdere questa opportunità di crescita, che porterebbe a sfruttare al meglio per il nostro territorio, da tutti i punti di vista: per i giovani, per l'Università, per il Terzo Settore".