Buona domenica, adorati #poetrylovers.
Agli sgoccioli di un mese apatico, assonnato e recluso, andiamo pian piano riaffacciandoci agli stimoli. Un passo dopo l'altro, sembra essere prossima la ripresa della routine, con tutte le accortezze del caso.
Non solo gli stimoli dati dalla primavera, bensì tutti quelli che la vita, nella sua infinita semplicità, offre e profonde. Tra essi, non meno intensa, l'ispirazione poetica.
Poesia, sì: "E Poe...sia"! Questa rubrica, arrivata a festeggiare il suo 21esimo articolo, oggi si ferma. Tranquilli, amici, una pausa metaforica, una virgola di tempo appena: quanto basta a prendere fiato, fare un bel respiro e riempire nuovamente i polmoni di energia pulita. Tirare le somme, anche; non esiste dialogo senza ascolto, da ambo i lati.
Se lirica dopo lirica stiamo dimostrando, insieme, quanto la Poesia ci riguardi e ci guardi dritto negli occhi, parte di un quotidiano da allenare allo stupore e alla presa di coscienza, c'è da dire che tutto è partito come un esperimento: provarci. Stuzzicare il "can che dorme" e osservarne la reazione: sarà indifferente, infastidito, desideroso, giocoso?
Come recepiranno i lettori questi famosi stimoli, riacciuffando il discorso di apertura? Resteranno brevi passatempi da godersi davanti alla colazione della domenica, oppure creeranno curiosità, voglia d'esplorare? Soprattutto poi, muoveranno all'azione? Alla riscoperta dell'io emotivo troppo spesso soffocato o, altrettanto dannosamente, esasperato?
Mi chiedevo, rimettendo la risposta al futuro, se un umile quanto entusiasta spazio giornalistico su #torinoggi potesse contribuire alla "rinascita", fautore della riflessione e delle sue naturali (si spera) conseguenze.
Una sola la prova schiacciante, un solo strumento a disposizione: il tempo. Essenziale infatti il ruolo dell'attesa e dell'attenta osservazione, per comprendere. Carpire. Questa mattina, cari lettori, eccomi a condividerne il risultato con voi.
La tanto bramata risposta esiste ed è affermativa. Sì, sì, sì! Qualcosa si sta muovendo negli animi della gente, per davvero! A gran passi galoppa il fiume dei sentimenti; gli argini stanno cedendo e le sponde rilasciandoli tutt'intorno. Lo dimostrano le moltissime e-mail arrivate in redazione e al mio indirizzo personale; uomini e donne, di ogni età e tessuto sociale, hanno scritto e continuano a scrivere, per liberarsi dal proprio fardello. Che ci sia di mezzo un amore, una delusione o un viaggio, tanta e palpabile è la voglia di CONDIVIDERE emozioni, con la poesia. Sempre lì, Lei, pronta a vestire i panni di chiunque.
Sta succedendo: lo posso sentire.
Voglio e posso premiarne almeno uno, in rappresentanza di tutti gli altri, per il coraggio e la forza dimostrati. Perciò, con l'autorizzazione del signor Matteo Piergigli, riporto il corpo della sua e-mail, che ho avuto il privilegio di ricevere giorni fa e fare mia. In essa, con maestria, viene spiegato cosa lo abbia colpito e ispirato nella composizione della lirica "Noi siamo Anna" (di seguito), di cui fornisce pure un intenso commento.
Approfitto per ringraziarlo nuovamente, non solo per la delicatezza bensì per aver colto l'impegno sotterraneo quanto testardo della rubrica.
"Mi ritrovo molto nelle tue parole: lo scrivere di notte per non rubare tempo al resto, la poesia per tutti, il parlare in poesia. La raccolta inedita 'Noi siamo Anna' è un contenitore aperto che non ha esaurito il suo scopo, che raccoglie e capta le emozioni di Anna uomo/donna/vecchio/madre/padre/Matteo/genere umano. Anna è una -non persona- ed è contemporaneamente tutti noi. Ho apprezzato la condivisione emozionale di cui parli e dico sinceramente che oggi non vedo altro modo per condividere emozioni e stati d’animo se non in poesia. L’invio dei testi è accettazione della tua chiamata e credo Anna possa aiutare ancora molti altri ad immedesimarsi in quelle parole. Ho sofferto nella vita, i testi ne sono la prova; il dato di fatto non si traduce tuttavia in commiserazione ma nell'accettare la nostra comune umanità. Anna una di noi. Noi siamo Anna".
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NOI SIAMO ANNA
Anna dorme, la notte
l’avrebbe risparmiata
resta il niente, il niente
fa piangere i bambini
*
Anna ha una macchia rossa
al lato dell’occhio destro
solo Gianni il barista la nota
Gianni dorme senza sognare
*
la mente si fa Anna
si accontenta, vivendo
anche di ricordi, di uno straccio
steso sul balcone
perché crollare?
si sente mortale appesa
al nero di caffè
brucia la gola di parole
magre premute sulla bocca
ferita la guerra è finita
se potessimo ancora
*
Anna è stanca
di guardare giù
in balia del non ritorno
attende la pioggia
i fondi bucati della giacca
*
Anna distilla ogni sguardo
come aspra guarigione
non conosce i sacramenti
Anna annega, si ripesca
poi si salva
*
Un controllo semestrale. Anna
sta alla grande. Le sono cresciuti
i capelli, quasi. Ha trentacinque anni.
Sente solo il rumore dello sparo
*
il ricordo la insegue
quel fine settimana,
avrebbe potuto rinascere,
Anna al sapore di banana
*
qualcuno dà il nome
di ciò che è capitato
deserto, vuoto, Anna
è il tuo
*
viveva morendo Anna
guardando la trasparenza
dell’acqua, respirava il ricordo
nulla di più
*
Anna non sa
che è facile diventare famosa
basta una sera ubriaca
lasciarsi filmare e tutti
hanno già visto il video
*
Anna ha imparato
a spalancare ferite
su cimiteri sorrisi
e muri di memoria
Anna è solo un uomo
*
in questo altrove
dove inizia l'ombra
e finisce Anna
*
sfitta, quanto è lunga
la notte serrata alla gola
murata nel buio dei pensieri
non avrà grazie né memoria
è sempre lì l’uomo fatto Anna
l’alba risorge
*
il grigio è la periferia
di Anna un giorno
di settembre che non torna
*
la notte sbriciola l’alba
brucia di nero vuoto
parole carta e sangue
di Anna un riflesso
*
Anna sa cos’è
il sesso passa nel piccolo
vuoto il mondo delle donne
due labbra rosse come ferita
*
cominciò senza un inizio
la città parlava lampi di luce
stesi sul divano gli zigomi
di Anna
*
Anna prega la sete
della notte annegata
nel cuscino un crollo
senza rumore in felicità
variabile
*
disegni di stelle
fango denso cerco
tra i sassi sul fondo
Anna non porta felicità
a chi la ama
*
Anna vive
quello che uccide
la latitudine del nero
*
Anna non si piace
cerca nei néi
delle vite degli altri
*
non c’era nessuno
sul letto per innamorare
Anna nonostante tutto
nonostante l’ombra
*
la luce accesa
il respiro non muoveva
le lenzuola Anna
era li
*
Anna sprofonda il sole
dentro vive senza risposte
ama quello che perde
*
non sono più (io)
noi siamo Anna
spezzati-uniti
per quando sarà
freddo davvero
-Matteo Piergigli-
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Questo verso in particolare (e non sapete la fatica nello sceglierne uno soltanto):
"cominciò senza un inizio"
Se è vero che Anna siamo tutti noi, cosa stiamo aspettando?
Pensateci su.
Alla prossima